La terra dei fuochi che non finisce mai: ecoballe a fuoco, si alza nube di fumo tossica
La Terra dei Fuochi, locuzione ormai tristemente nota con la quale si identificano i roghi di rifiuti tossici tra Napoli e Caserta e relativo hinterland, non è finita con gli interventi dell'Esercito, della Forestale o della magistratura: ogni qual volta bruciano rifiuti stoccati su terreni un tempo agricoli si ripropone il dramma di pezzi di territorio avvelenati da scarichi illegali, diossina e fumi tossici.
È accaduto nuovamente a Striano, piccolo ma popoloso centro della provincia di Napoli situato però nella Valle del Sarno: oggi 18 aprile i carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale (Nipaf) sono intervenuti lungo la strada provinciale Abignente per l’incendio di dieci balle di multimateriale (dunque contenenti per lo più materie di tipo plastico) che erano state poste sotto sequestro il 16 gennaio scorso. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco.
Ora però le indagini si concentrano nell'identificazione dei responsabili del rogo che ha causato voluminose e dense nubi di fumo scuro che hanno impressionato le popolazioni. Nelle prossime ore l'Arpac, Agenzia regionale protezione ambientale, dovrà quantificare il livello di inquinanti nell'aria.
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Non è la prima volta che in Campania – soprattutto in provincia di Napoli e in provincia di Caserta – incendi del genere, quasi sempre di matrice dolosa, colpiscono stoccaggi di ecoballe su terreni che sulla carta sarebbero dovuti essere depositi temporanei in attesa di smaltimento del pattume e che invece diventano poi siti permanenti di sversamento delle grosse balle di pattume, differenziato e non.