Il lanciafiamme di Vincenzo De Luca deve cambiare direzione: non più contro runner o contro laureandi in procinto di fare un party ai tempi del Coronavirus. Forse, anzi sicuramente, in Campania questa ‘Fase 2' questa riapertura, seppur parziale, dopo il lockdown causa virus, deve caratterizzarsi per una maggior incisività della Regione Campania sul tema ambientale che insieme a quello sanitario è il vero vulnus dell'azione di governo di De Luca.
Nel Casertano fiume di letame e chissà quale altro veleno scaricate in un mare che tentava di rigenerarsi grazie all'assenza del suo nemico più grande: l'uomo. Nel Puteolano aziende bufaline che non perdono un attimo e tornano ad avvelenare il territorio. Il fiume Sarno tra Castellammare di Stabia e il Salernitano torna a puzzare di scarichi aziendali. È assodato che il vero virus della Terra siamo noi, è altrettanto chiaro che la Regione Campania non può limitarsi a rincorrere i cinghialoni in tuta ginnica sui lungomare locali e poi scordarsi di chi avvelena acque, aria, terre.
Vincenzo De Luca può ad esempio annunciare un provvedimento per togliere ogni aiuto pubblico per la crisi Covid alle aziende sorprese a inquinare: sarebbe un pesantissimo ma importante deterrente. Sicuramente potrebbe dedicare parte dei suoi monologhi del venerdì a questo tema, posto che il leit motiv «come siamo stati bravi con il virus» funziona fino ad un certo punto: poi da quest'incubo la gente si sveglierà e dovrà fare i conti con le macerie lasciate dalla bufera. E se questa bufera non porterà un minimo cambiamento nella cultura di tutela dell'ambiente allora sarà davvero passato solo un periodo di paura, morte, orrore e panico: non avremo imparato nulla.