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Gomorra: la serie tv e la città

L’attore de La paranza dei Bambini accoltellato: “Non sono scappato, ma pensavo a mia madre”

Artem Tkachuk, il giovane attore ferito a coltellate tra sabato e domenica in via Calabritto, ha raccontato le fasi delle aggressione. Ha spiegato di essere stato bloccato da una quindicina di ragazzi che con un pretesto lo hanno colpito e poi uno di loro gli ha sferrato un fendente. Sono in corso le verifiche della polizia.
A cura di Nico Falco
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In quindici, contro due. Li hanno aggrediti mentre stavano passeggiando, intorno alle 3 del mattino. E loro si sono difesi, cercando di tenerli a distanza. Sono anche riusciti ad assestare qualche pugno, ma alla fine hanno avuto la peggio quando sono saltati fuori i coltelli. Artem Tkachuk, il giovane attore 18enne preso di mira da un branco nella notte tra sabato e domenica, ha raccontato le fasi di quel pestaggio immotivato e su cui sono ancora in corso accertamenti delle forze dell'ordine; la Polizia di Stato ha acquisito le immagini registrate da alcune telecamere della zona, che potrebbero aver ripreso anche il gruppetto di aggressori. Il ragazzo, residente in provincia di Napoli, è uno dei protagonisti di "La paranza dei bambini", il film di Claudio Giovannesi premiato con l'Orso a Berlino per la sceneggiatura; la storia raccontata è quella di un gruppo di giovanissimi boss della camorra, è ispirata alle vicende reali dei baby camorristi del centro di Napoli, quelli che la Direzione Distrettuale Antimafia aveva appunto chiamato "la paranza dei bimbi": i Buonerba e i Sibillo, protagonisti pochi anni fa di una feroce faida a Forcella. Le stesse vicende avevano ispirato anche i personaggi del gruppo di Enzo Sangueblu di Gomorra, la serie tv ispirata al racconto omonimo di Roberto Saviano.

Dal suo letto di ospedale, con una coltellata al fianco, Artem Tkachuk ha raccontato che un gruppetto di coetanei si è avvicinato in via Calabritto, a Chiaia, poco distante dalla zona dei baretti, e gli ha chiesto se fosse del Rione Traiano. Quando lui ha risposto di no, sono partiti gli schiaffi. Forse era un semplice pretesto, o forse l'avevano scambiato per qualcun altro. Il giovane e l'amico si sono difesi, malgrado fossero in netta inferiorità numerica, per tenerli alla larga e guadagnare la fuga. Poi, ha spiegato il ragazzo, mentre cercava di allontanarsi se li è trovati tutti addosso. Si è accorto di essere stato ferito solo quando è tornato nell'automobile e ha visto le macchie di sangue sui vestiti. "Quando ho visto quel sangue non ho avuto paura – dice – ho pensato solo a mia madre, a cosa dirle per non farla preoccupare".

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