A Cardito (Napoli), nessuno ha dimenticato cosa è successo esattamente un anno fa. Giuseppe Dorice, un bimbo di 7 anni viene picchiato fino alla morte. È il 27 gennaio 2019 e oggi, mentre è in corso il processo per Tony Essobti Badre, compagno della mamma di Giuseppe, accusato di aver ucciso il bambino, mentre la madre, Valentina Casa, è accusata di comportamento omissivo, la città ha voluto ricordare Giuseppe. La chiesa dove Monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, celebra la messa è gremita. Ci sono i sindaci di Crispano e Cardito, ma soprattutto famiglie con bambini. Per ricordarlo il primo cittadino Giuseppe Cirillo, ha deciso di intitolare al bimbo un parco giochi, dove è stata affissa una targa: "In ricordo di Giuseppe Dorice strappato alla vita troppo presto, che la tua giovinezza possa splendere in cielo come non hai potuto fare in terra. Cardito non ti dimenticherà mai".
Lo scivolo e le giostre dove campeggia la targa, si trovano a pochi metri dalla casa dove Giuseppe e sua sorella sono stati probabilmente picchiati diverse volte. Il sindaco lascia dei fiori accanto al portone del parco dove viveva il piccolo con la madre, le sorelle e il compagno oggi sotto processo. Poi la fiaccolata lascia spazio alle parole di altri bambini, quelli che vogliono ricordare Giuseppe con alcuni versi.
"Chiedo un sorriso di chi sa amare. Chiedo un papà che mi abbracci forte, chiedo un bacio e una carezza di mamma. Io chiedo il diritto di essere bambino, di essere speranza di un mondo migliore, chiedo di poter crescere come persona, posso contare su di te? Chiedo una scuola dove posso imparare. Chiedo il diritto di avere la mia famiglia. Chiedo di poter vivere felice. Chiedo di poter vivere felice. Chiedo la gioia che nasce dalla pace. Chiedo il diritto di avere un padre. Chiedo una mano che mi indichi il cammino. Non sapremo mai, quanto bene può fare, un semplice sorriso. Le lacrime, chi le ricorderà? I bimbi scoveranno nei vecchi libri la parola piangere e alla maestra chiederanno, signora che vuol dire non si riesce a capire. Sarà la maestra, una bianca vecchia con gli occhiali d'oro e dirà loro: così e così. Lì per lì non capiranno, a casa ci scommetto con una cipolla a fette, proveranno e riproveranno a piangere per dispetto e si faranno un sacco di risate. E poi le lacrime di ieri non faranno più male è diventato dolce il loro sale. E la vecchia maestra narrerà, le lacrime di una mamma senza pane, le lacrime di un vecchio senza fuoco, le lacrime di un operaio senza lavoro, le lacrime di un "negro" frustato perché aveva la pelle scura. E lui non disse nulla? Aveva paura? Pianse una sola volta ma giurò, una seconda volta non piangerò. Le voci dei bimbi il vento raccoglie e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie di alberi antichi con grosse radici, che sanno ascoltare le cose che dici, per poi raccontare giù giù, nel profondo, al cuore che batte al centro del mondo. Se un bimbo sorride, sorride anche il cuore ed ecco spuntare dal prato un bel fiore. Se un bimbo è felice il cuore è contento che nascan farfalle che danzan con il vento i bimbi di domani vedranno le lacrime dei bimbi di ieri, del bimbo scalzo, del bimbo affamato del bimbo indifeso, del bimbo offeso, colpito, umiliato. E infine la maestra parlerà, un giorno queste lacrime diventarono un fiume travolgente, lavarono la terra da continente a continente si abbatterono come a cascata, così la gioia fu conquistata"