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“Li odiamo perché vivono nella Napoli ricca”: i verbali choc dell’aggressione al Vomero

È quanto riferito dal 16enne durante l’interrogatorio: il ragazzino, insieme ad altri 16 coetanei, è stato fermato per l’accoltellamento di un coetaneo e di un 18enne avvenuto lo scorso 17 dicembre a piazza Vanvitelli al Vomero, quartiere collinare di Napoli.
A cura di Valerio Papadia
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"Perché ancora io ci credo, e mi incazzo ve lo giuro, che Posillipo e Toledo li divide un vecchio muro. Come quello di Berlino, che ci spacca in due metà" canta Federico Salvatore nella sua "Se io fossi San Gennaro". È questo, più o meno, lo spaccato che emerge dall'interrogatorio del 16enne che, insieme ad un branco di coetanei – sono 16 gli altri minori fermati – è accusato di aver accoltellato un coetaneo e un 18enne lo scorso 17 dicembre a piazza Vanvitelli, nel cuore del Vomero, quartiere collinare di Napoli. Come scrive Leandro Del Gaudio sul Mattino, il ragazzino è stato ascoltato dai carabinieri, che gli hanno fatto vedere il video delle telecamere di sorveglianza che mostrano l'aggressione. Il ragazzino ha dapprima tentennato, poi ha ammesso: "Sì, sono io quello che impugna il coltello" e precisa "È poco più di un portachiavi, di un souvenir, l'ho buttato nella spazzatura subito dopo il fatto, se volete vi indico pure il posto dove l'ho gettato".

Quello che racconta dopo, però, apre uno spaccato sulla brama di emergere di chi viene dalla periferie lasciate a sé stesse, da quartieri abbandonati nel degrado e il sentimento di rivalsa su chi è nato con tutte le fortune del caso, di chi abita nelle zone ricche di Napoli, come Chiaia, Posillipo e il Vomero, appunto. Il 16enne prosegue nel racconto: "Noi veniamo da zone povere della città, quella sera cisiamo fatti un giro nella zona degli chalet (quelli di Mergellina, ndr), poi al Vomero, quando quelli ci hanno guardati, è stato istintivo fermarci, ce la siamo presa con loro, sono quelli più fortunati". Adesso il 16enne deve rispondere di lesioni gravi, rissa e porto di armi.

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