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Napoletani scomparsi in Messico

“Liberate i napoletani in Messico”: lo striscione della Curva A del San Paolo

I tifosi del Napoli, prima della partita con la Spal, hanno voluto manifestare la propria solidarietà alla famiglia dei tre napoletani scomparsi oltre 20 giorni fa in Messico.
A cura di Valerio Papadia
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Anche i tifosi del Napoli si uniscono agli appelli della famiglia e chiedono che si faccia chiarezza sulla scomparsa di Raffaele Russo, 60 anni, di suo figlio Antonio, 25 anni e di suo nipote Vincenzo Cimmino, 29 anni, dei quali non si hanno più notizie del 30 gennaio scorso, spariti nel nulla da Tecaltitlan, in Messico. Prima della partita disputata ieri allo Stadio San Paolo tra il Napoli e la Spal, i tifosi della Curva A hanno esposto uno striscione molto chiaro: "Liberate i napoletani in Messico".

Sulla scomparsa di Raffaele, Antonio e Vincenzo indagano sia le autorità italiane – la Procura di Roma ha aperto un fascicolo a carico di ignoti – sia, da ieri, quelle messicane, dopo i diversi appelli della famiglia affinché l'Italia abbattesse il muro di silenzio che avevano eretto in Messico, dalle cui forze di polizia non sono mai arrivate notizie sulla sorte dei tre napoletani.

Il mistero degli arresti e della smentita

Un punto particolarmente oscuro nella sparizione dei tre napoletani è rappresentato dalle parole che la polizia messicana avrebbe riferito alla famiglia subito dopo la scomparsa. Quando alcuni familiari hanno chiamato la stazione della polizia del luogo in cui i tre sono stati avvistati l'ultima volta, si sono sentiti rispondere che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati, mentre di Raffaele non c'erano tracce. Nel corso di una successiva telefonata, però, l'arresto dei due ragazzi sarebbe stato smentito.

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