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Liliana Segre cittadina onoraria di Telese Terme: la proposta al comune

Cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Lliana Segre: questa la proposta presentata al comune di Telese Terme dal consigliere Gianluca Serafini e dall’assessore Guido Romano. “Vogliamo sostenere lei e ciò che rappresenta: il no all’odio, al razzismo e all’intolleranza”, ha spiegato Serafici.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Liliana Segre.
Liliana Segre.

Il Comune di Telese Terme conferirà la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Si tratta del primo comune del Sannio a muoversi in questa direzione, dopo che la senatrice a vita, sopravvissuta all'Olocausto, è stata al centro di numerosi attacchi anti-semiti in Rete. L'iniziativa del comune telesino arriva per mano di Gianluca Serafini, consigliere comunale con delega alle Politiche Sociali, e Guido Romano, assessore allo sport del medesimo comune sannita, che hanno richiesto e fatto inserire nel prossimo ordine del giorno la richiesta del conferimento alla senatrice Segre.

Una richiesta con la quale "la nostra comunità vuole dare cittadinanza ai valori che la Segre testimonia, suo malgrado, non più a monito di un tragico passato, ma a contestazione di un presente minaccioso", ha spiegato Serafini, "Vogliamo sostenere lei e ciò che rappresenta: il no all'odio, al razzismo e all'intolleranza. Un ulteriore passo, nell'integro percorso di questa Amministrazione a sostegno dell'uguaglianza, nella lotta alla violenza, qualunque forma assuma". Proprio lo scorso 7 novembre, infatti, il prefetto di Milano era stato costretto a concedere una scorta alla 89enne sopravvissuta all'Olocausto, proprio per il violento clima d'odio scatenatosi in Rete contro di lei, che pochi giorni prima aveva chiesto e visto approvata, una Commissione Parlamentare di indirizzo e controllo sui "fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza".

Liliana Segre, milanese classe 1930, appartiene infatti ai pochi sopravvissuti all'Olocausto: arrestata nel 1943 a 13 anni mentre fuggiva in famiglia verso la Svizzera, restò 6 giorni in carcere a Varese e 40 a San Vittore. Poi, nel gennaio 1944, la deportazione ad Auschwitz-Birkenau: il padre morì poco dopo la prigionia, poco dopo toccò ai nonni, uccisi appena arrivati nel campo di concentramento. Sopravvisse quasi per miracolo allo sterminio: Liliana Segre infatti fa parte dei 25 superstiti dei 776 bambini italiani deportati sotto i 14 anni di età.

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