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Luca Neglia, morto in incidente stradale, era il testimone dell’omicidio di Pasquale Zito

Il ragazzo deceduto nell’incidente stradale in via Diocleziano, a Napoli, nella notte del 19 maggio, era con Pasquale Zito quando fu ucciso nel febbraio 2016 nei pressi della sua abitazione; per quell’omicidio era stato arrestato un minorenne, nipote del boss emergente di Cavalleggeri Alessandro Giannelli.
A cura di Redazione Napoli
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Sopravvissuto ad un agguato, morto in un incidente stradale due anni dopo. Luca Neglia, il ragazzo di 21 anni deceduto nella notte del 19 maggio, era stato testimone dell'omicidio di Pasquale Zito, ucciso a 21 anni a Bagnoli il 4 febbraio 2016 nella sua automobile. La notte scorsa l'Honda Sh di Neglia, su cui c'erano il ragazzo e la fidanzata, si è scontrato frontalmente contro un'automobile in via Diocleziano, la strada che collega i quartieri di Fuorigrotta e Bagnoli; lui è morto sul colpo, lei è ricoverata in gravissime condizioni.

La notte del 4 febbraio 2016 Zito e Neglia si trovavano insieme nell'Audi, tra via Maiuri e via Morandi, quando è arrivato il killer. Si era accostato su uno scooter, aveva cominciato a sparare, poi aveva parcheggiato il mezzo, era tornato verso l'automobile e aveva puntato la pistola nell'abitacolo per premere ancora il grilletto. Una pioggia di fuoco che aveva ferito mortalmente l'obiettivo ma lasciato illeso Neglia, che era sul sedile passeggero ed era riuscito a scappare. Per quell'omicidio era stato arrestato, e successivamente condannato, un giovane di 16 anni. La dinamica sembrava quella di un agguato camorristico, ma successivamente, nel corso del processo, emerse che il sicario aveva agito per motivi personali; l'aggravante mafiosa, inizialmente contestata al momento dell'arresto, era stata rigettata dal Riesame. Il presunto killer era stato condannato a 18 anni in primo grado, pena ridotta a 12 nel giugno 2018 dalla Corte d'Assise d'Appello di Napoli.

Il ragazzo in carcere per l'omicidio è imparentato con Alessandro Giannelli, arrestato da latitante il 9 febbraio 2016 mentre cercava di lasciare la Campania e considerato boss emergente dell'area flegrea; dopo la sua scarcerazione, nel marzo 2015 dopo quasi 10 anni di reclusione, nella zona si erano registrate fibrillazioni criminali che si erano tradotte in stese, attentati dinamitardi e l'omicidio di Rodolfo Zinco, ‘o gemello, ritenuto vicino al clan D'Ausilio. Secondo gli inquirenti Giannelli aveva cercato di prendere il controllo delle attività illecite tra Bagnoli, Cavalleggeri ed Agnano anche con accordi coi clan dei quartieri limitrofi: si era avvicinato sia ai gruppi del Rione Traiano sia al clan Mele di Pianura. L'avvocato del 40enne ha presentato di recente istanza per ottenere la scarcerazione per motivi di salute o almeno l'avvicinamento dal carcere dove si trova attualmente.

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