«Ha vinto la rivoluzione governativa» dice Luigi De Magistris assaporando per la seconda volta la vittoria alle Comunali a Napoli in un contesto assolutamente atipico ma in una battaglia incredibilmente strana e avvelenata contro Gianni Lettieri. «Abbiamo vinto contro centrosinistra, centrodestra e grillini e gran parte dell'informazione – continua -. Non ha vinto il voto di protesta, siamo l'unica vera novità di queste amministrative» dice il sindaco ricandidato. «È una vittoria esclusiva dei nostri, del nostro popolo».
È giusta la celebrazione. Ma dopo questi giorni cosa accadrà? Davvero dovremo attenderci un De Magistris in giro per la campagna del no al referendum in chiave anti-Matteo Renzi? Davvero dovremo sorbirci un nuovo conflitto Comune-governo, soprattutto visto che si tratta di un governo in evidente difficoltà dopo le batoste di Roma, Milano, Napoli e per giunta anche Torino? Se c'è una cosa che è apparsa chiarissima in questa brutta campagna elettorale è che Napoli ha bisogno disperato di qualcuno che ne argini i problemi e si sieda a qualsiasi tavolo istituzionale per risolverli. Dunque altro che barricate su Bagnoli, altro che referendum. Ora che Luigi De Magistris è stato accreditato della fiducia, per altri 5 anni, di una grande parte di Napoli, sia il sindaco di tutti i partenopei, di quelli che lo hanno votato e di quelli che non l'hanno votato. È finito il tempo delle contrapposizioni da stadio o da centro sociale. Di solito il secondo e ultimo mandato per un sindaco è quello più difficile e opaco. Speriamo che, così come ci ha sorpresi all'elezione del 2011, così come è riuscito a sbaragliare gli avversari in queste Comunali 2016, De Magistris vada in controtendenza rispetto alle aspettative anche stavolta e regali a Napoli un secondo mandato all'altezza della terza città d'Italia.