Dallo scorso mese di ottobre 2017 il Comune di Napoli ha avviato le pratiche amministrative per mettere in vendita la sua quota-parte del pacchetto azionario di Gesac, la società gestore dell'aeroporto di Capodichino. Con questa operazione, conclusa qualche giorno fa, l'Amministrazione di Luigi De Magistris ha incassato 35 milioni circa che andranno a rimpinguare le casse del Comune, drammaticamente in rosso. A chi è stato ceduto il pacchetto? Alla 2i Sistema Aeroportuale Campano spa che già controlla la società di Capodichino. Si tratta di una società per azioni a sua volta controllata dalla banca privata d'investimenti Ardian (60%) e dalla società di assicurazioni francese Credit Agricole Assurances (40%). Il Comune terrà una quota simbolica, 1.250 azioni, della gestione dello scalo partenopeo, allo scopo di conservare una presenza in assemblea che tuttavia non sarà vincolante quando si tratterà di decidere.
Regista dell'operazione, Carlo Borgomeo, attuale presidente di Gesac e già a capo della ormai fallita stu, società pubblica di trasformazione urbana Bagnolifutura nel periodo di governo di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino. Un nome molto vicino ad una certa sinistra dalemiana che oggi è confluita in Libertà Eguale, tanto che di Borgomeo si parlò come possibile candidato a sindaco nel 2011.
Ora molti si chiedono: ma è stato giusto cedere il controllo di una delle poche società partecipate e non in rosso? E ora quali saranno le garanzie circa lo sviluppo dello scalo, il suo sovraffollamento, le scelte strategiche che riguardano – lo ricordiamo – l'unico aeroporto per il traffico civile della Campania? Basterà la quota in essere alla Città metropolitana per assicurare un corretto rapporto tra pubblico e privato?