Maltempo, crolla il cedro di via Belvedere: nella zona vive il sindaco de Magistris
Strage di alberi a Napoli nelle ultime 48 ore. Le forti raffiche di vento che stanno flagellando la città non risparmiano neppure gli arbusti più imponenti. Va giù lo storico cedro di via Belvedere, alto più di 10 metri. La pianta, che si trova in prossimità del cortile della Parrocchia di Santa Maria della Libera, si è abbattuta sulla strada, franando sui balconi del palazzo di fronte e schiacciando le auto sottostanti. Per fortuna nessun ferito. È la stessa zona dove abita anche il sindaco Luigi de Magistris. Ma il maltempo stamattina ha purtroppo già mietuto una vittima in via Nuova Agnano. Altri crolli di alberi, sia su suolo pubblico che privato, si contano nelle prime ore della mattina in diversi quartieri della città: via Volpicella, via Crispi, viale Traiano, via Tevere, via Po, via Lattanzio, via Giustiniano, piazza Aprea, via Manzoni, Via Pomilio, via Miano, via Toscanella. E ieri era toccato a via Nicolardi.
L'allarme del Comune: “Limitare gli spostamenti fino a mezzanotte”
Ma non finisce qui, perché il forte vento ha abbattuto anche numerosi cartelloni pubblicitari e altre strutture verticali. Mentre si cominciano a contare i danni, il Comune di Napoli ha invitato la cittadinanza “alla massima prudenza e a limitare gli spostamenti a quanto strettamente necessario, visto che le previsioni meteorologiche contenute nel bollettino della Protezione Civile regionale valido fino alla mezzanotte di oggi, confermano la presenza di forti venti nel corso della giornata”.
In consiglio comunale chiesto dossier sulle manutenzioni del verde
Intanto, in consiglio comunale c'è chi punta il dito contro la scarsità delle manutenzioni del verde pubblico. “Abbiamo inviato una nota all'amministrazione il 5 dicembre scorso – spiega il consigliere comunale Diego Venanzoni (Pd) – per conoscere il programma degli interventi di monitoraggio e gestione del verde urbano, in particolare l'elenco delle attività pianificate di manutenzione ordinaria, comprese le potature, degli alberi ad alto fusto sul territorio comunale. Ma finora non abbiamo ancora ricevuto risposta. Siamo dovuti ricorrere all'accesso agli atti. Stiamo dicendo da mesi che la manutenzione degli alberi è ormai una necessità assoluta anche per la pubblica incolumità. Occorre tenere altissima la soglia di allerta, perché è a rischio la sicurezza dei cittadini, come dimostra la morte avvenuta in via Nuova Agnano". "A Napoli – incalza Maria Teresa Ercolanese, del comitato Difesa del Verde Pubblico – il problema degli alberi è diventato un argomento molto serio che va affrontato con un intervento speciale immediatamente”.
Legambiente: “La messa in sicurezza del territorio non è più rimandabile”
Sulla questione anche Legambiente Campania entra a gamba tesa: “48 ore di vento forte e pioggia intensa – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – mandano la Campania sott'acqua. Straripano fiumi e laghi, franano crostoni dalla Costiera Amalfitana, alla Valle Caudina, cadono alberi a Napoli. Nella nostra regione non reggono le città ne le aree interne ai fenomeni meteorologici estremi. La responsabilità dei danni, della melma e del fango, che mettono a repentaglio vite umane e a rischio case e strade, va ricercato nell’assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e monitoraggio del territorio, nella devastazione e cementificazione di vastissime aree. Siamo davanti ad un ‘emergenza climatica ben visibile con il continuo ripetersi di fenomeni alluvionali. E neanche la Campania è immune dalle conseguenze dei cambiamenti climatici: qui i fenomeni meteorologici estremi hanno causato negli ultimi anni danni consistenti e disagi diffusi”.
“I numeri – conclude Legambiente – sono inquietanti: 29 eventi estremi dal 2010 a oggi, tra cui 6 trombe d'aria, 6 allagamenti da piogge intense, 12 episodi di danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio storico a causa del maltempo. Oltre 1,1 miliardi di euro di danni. Risorse che devono essere utilizzate per la messa in sicurezza del territorio, non per affrontare l'emergenza del post. Il Paese ha bisogno di accelerare nelle politiche di mitigazione del clima e di riduzione del rischio sul territorio, ancora troppo frammentate. Non esistono più alibi o scuse per rimanere fermi: disponiamo di competenze tecnologie per aiutare i territori e le città ad adattarsi ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza le persone. Occorre dar avvio ad interventi rapidi e politiche di adattamento e di riduzione del rischio idrogeologico e per questo è fondamentale programmare sin da ora interventi a lungo periodo, diffondendo anche una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza tra i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze”.