27 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Massimo Paolucci lascia il Pd: “Le primarie vinte da chi farà patti col centrodestra”

Psicodramma Pd a poche ore dall’apertura dei seggi per le primarie in Campania: ‘il cinese’ Paolucci, ex bassoliniano di ferro, lascia il partito. Nel mirino le alleanze per la Regione Campania.
A cura di Redazione Napoli
27 CONDIVISIONI
Immagine

Terremoto a poche ore dall'apertura dei seggi per le Primarie del centrosinistra per le elezioni regionali 2015: l'europarlamentare Massimo Paolucci lascia il Partito Democratico. "Con dolore, ma coerente con le mie convinzioni, ho deciso di lasciare il Pd – afferma in una lettera – Continuerò con serietà il mio lavoro di parlamentare europeo nel Gruppo S&D in Europa se accetteranno la mia richiesta di adesione". "Ho sempre pensato, e continuo a pensare – continua la missiva – che il Pd sia la nostra casa naturale, lo storico approdo delle diverse esperienze e culture del centrosinistra italiano. Ho difeso questa tesi anche quando il mio dissenso su alcune scelte compiute da Renzi era molto forte. Quel che non posso tollerare è vedere il mio partito trasformarsi geneticamente. Quel che non posso sopportare è l'ipocrisia, la doppia morale. Tutti, a Napoli e a Roma- aggiunge- sanno che le nostre prossime primarie saranno un grande revival di Forza Italia. Tutti vedono le fotografie riportate dai giornali. Tanti, navigando sulla rete, hanno ‘scoperto' fotografie imbarazzanti".

Massimo Paolucci, conosciuto nel vecchio Pds come il "cinese", è entrato in politica come fedelissimo di Antonio Bassolino che lo volle prima al Comune come assessore alla Mobilità, poi in Regione Campania quale subcommissario di Governo all'Emergenza rifiuti. Ora il motivo del suo forte malessere che ha determinato la clamorosa decisione di lasciare il Pd è da riferirsi alla vicenda delle primarie campane: "Io non posso né voglio tacere. Non posso accettare che il prossimo presidente della Regione Campania sia scelto con il voto determinante del centrodestra. Non posso accettare la perdita di autonomia politica del mio partito. Il forte legame che ho con il mio partito non puo' trasformarsi in un opportunistico e complice silenzio – conclude – Non posso piegare la mia libera coscienza alla ragion di Stato, alla vecchia e sbagliata formula secondo la quale i ‘panni sporchi si lavano in famiglia'. Ho sbagliato nel 2011, non ripeterò lo stesso errore oggi".

27 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views