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Metrò Napoli linea 1: ecco lo stato dei lavori nelle stazioni di Secondigliano e Miano

Dopo uno stop di sette anni i cantieri della metropolitana nella periferia a nord di Napoli hanno ripreso i lavori a pieno regime e consegneranno la stazione di Miano nel 2020. Per le successive fermate di Regina Margherita, Secondigliano e Di Vittorio si prevede il 2023. Lamentele dei cittadini per i disagi dovuti al rumore e alla chiusura delle strade limitrofe. “Ma sono seccature temporanee – avverte il Comitato pro metro Secondigliano -, la metropolitana significherà finalmente collegamento diretto con il resto della città e restyling urbanistico”.
A cura di Claudia Procentese
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Quattro stazioni, poco più di tre chilometri, quattrocento milioni di euro stanziati, un’attesa che cresce nella periferia a nord di Napoli. Miano, Regina Margherita, Secondigliano e Di Vittorio. Nella prima sono terminate le cosiddette opere civili, cioè da Piscinola a Miano la galleria è completata. «Abbiamo realizzato l’opera strutturale in cemento armato, la stazione intesa come involucro – spiega un addetto ai lavori -. Adesso partirà il secondo appalto che si occuperà delle rifiniture, dalle luci al tornello, alla biglietteria. Seguirà il terzo appalto riguardante i binari, la linea elettrica, il segnalamento, gli apparati di controllo. In pratica la stazione di Miano sarà ultimata nella primavera 2020, poi ovviamente lo step successivo sarà mettere in esercizio il treno».

I tempi e le difficoltà 

Il cantiere della metro in via Miano, all’altezza del ponte che sovrasta il Rione Don Guanella, è tagliato in due dalla strada che porta fino a Capodimonte. Superando il recinto dei lavori in corso, lato sinistro a salire, dopo qualche metro ci si ritrova di fronte all’entrata della galleria che scende giù dove gli operai sono impegnati negli ultimi ritocchi al tunnel cementizio. Proprio di fianco lo sguardo è catturato da una lunga fila di cipressi che svettano superstiti, dietro un antico portale che fu entrata dell’ex cimitero militare dei caduti francesi. «Le difficoltà maggiori sono derivate dal lavorare in un’area fortemente urbanizzata – commenta uno dei responsabili del cantiere -. Lo scavo provoca rumore, polvere, causa la chiusura delle strade limitrofe che peggiora il traffico veicolare, ma i disagi saranno compensati dall’impatto positivo che l’infrastruttura avrà sulla mobilità dell’intera area e sulla fruibilità e vivibilità del quartiere».

Ma qual è il cronoprogramma dei lavori? «Se si continua così, raggiungeremo piazza Di Vittorio nel 2023 – risponde il tecnico -. L’Eav, società dei trasporti campani, ha progettato e sta realizzando innanzitutto la tratta che va da Piscinola a Secondigliano dove sono incluse due stazioni, Miano e Regina Margherita. Qui si ferma il primo lotto che è in esecuzione, stiamo in dirittura di arrivo. Il secondo, invece, comprende le successive stazioni di Secondigliano, in via Giaime Pintor, e Di Vittorio, completamente interrata che nascerà in zona aeroportuale, angolo via Francesco De Pinedo, e servirà il quartiere di San Pietro a Patierno, il Rione Amicizia e i Comuni dell’hinterland come Casoria, Casavatore e Arzano». Su questa tratta si innesta la linea che abbraccia l’utenza della provincia a nord di Napoli con le stazioni di Aversa, Giugliano, Melito, riconversione dell’ex Alifana bassa. A chiudere l’anello della linea 1 saranno le stazioni Centro direzionale, Tribunale, Poggioreale e Capodichino aeroporto, in corso d’opera ma sotto la gestione del Comune Di Napoli.

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Il monitoraggio del “Comitato pro metro Secondigliano”

Hanno cominciato con lo slogan “s’ha da fare” per poi impegnarsi di persona in un percorso di sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni. L’antico sogno è sempre stato quello di una metropolitana che passasse pure per questo pezzo di città ai margini. Quelli del “Comitato pro metro” hanno mosso i primi passi sei anni fa con la raccolta di oltre quattromila firme favorevoli alla ferrovia sotterranea e il monitoraggio giorno per giorno dell’andamento dei lavori. Incontri, sollecitazioni, sopralluoghi sono stati i mezzi della loro presenza costante sul territorio. «È una bella pagina di Secondigliano che nessuno racconta – dice Giuseppe Fusaro, portavoce del comitato -. Abbiamo coinvolto e ci hanno coinvolto. Cosa ci aspettiamo adesso? Ci aspettiamo un servizio più efficiente per spostarci dopo la fine dell’Alifana e la soppressione di molte linee di autobus, ci aspettiamo un restyling della zona sotto il profilo urbanistico, ci aspettiamo una comunicazione, fatta di viaggi e di scambi, con il resto della città per sfatare il mito di una periferia brutta e borderline. A Secondigliano c’è un corso principale di una bellezza da rivalutare ricco di ville storiche. E ci sono le persone perbene». Fusaro ne approfitta anche per un appello. «I cantieri – avverte – stanno provocando pesanti fastidi, ma sono seccature temporanee. Invito alla pazienza, perché è per un fine importante. Noi continueremo a sorvegliare senza sosta con occhio vigile e critico».

L’interruzione dei lavori per 7 anni e la nuova opportunità di crescita 

È durato parecchi anni lo stop alle attività di cantiere, provocando pessimismo tra i residenti. «I lavori sono stati fermi per sette anni, a causa di alcune varianti del progetto, contenziosi con privati e con ditte appaltanti – spiega Pasquale Esposito, consigliere della settima municipalità -, poi lo sblocco grazie all’intervento della Regione e del Governo nel 2016. L’Eav è riuscita a chiudere tutte le vertenze, pagare i pregressi alle ditte e a far ripartire i cantieri, interfacciandosi di continuo con il territorio».

Anni difficili per arrivare alla ripresa, che solo negli ultimi mesi va spedita, e nessun dubbio sui vantaggi delle nuove stazioni. «È prevista una riqualificazione urbana delle zone in cui nasceranno le stazioni – sottolinea il rappresentante del locale parlamentino -. Sono stati proposti ampi parcheggi, aree giochi per bambini, videosorveglianza, nuova illuminazione, spazi adibiti per i cani e anche un anfiteatro all’aperto in via Pintor. Guardando in prospettiva, questa periferia potrà costruire attorno alle fermate una nuova opportunità di crescita ed una rinvigorita identità. Ne beneficeranno innanzitutto le realtà commerciali del quartiere, in molti casi vere eccellenze ma oggi svantaggiate dall’isolamento, e le strutture ricettive, come alberghi e bed & breakfast, già in aumento e che sfruttano la vicinanza dell’aeroporto». Si pensa anche a connotazioni artistiche da dare alle stazioni. «Ho chiesto all’Eav la possibilità di individuare quattro temi diversi, magari che raccontino il territorio – dice Esposito – e di trovare una modalità di coinvolgimento della cittadinanza per la scelta». Sarà l’impronta definitiva del sogno alto che viene dal basso.

 

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