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Miano, striscione contro il clan Lo Russo: ‘Il prossimo arresto sia cardiaco’

Un nuovo striscione, firmato “Ztl Lo Russo”, è stato affisso per poche ore a Miano, nella periferia nord di Napoli. Per gli investigatori si tratta di un messaggio dei nuovi clan che stanno raccogliendo l’eredità dei Capitoni e che sono stati decimati dagli arresti anche dopo il pentimento e le dichiarazioni degli ex boss.
A cura di Nico Falco
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Lo striscione (da Internapoli.it)
Lo striscione (da Internapoli.it)

"Il vostro prossimo arresto sia cardiaco". Una frase che inizialmente potrebbe sembrare rivolta alle forze dell'ordine, come augurio di morte, ma subito dopo c'è la firma: "Ztl Lo Russo". E a Miano, nell'ex regno dei Capitoni, questa sigla significa solo una cosa: zona a traffico limitato per il clan Lo Russo, vietato l'accesso. La scritta, su un enorme drappello, è comparsa nella notte scorsa in via Miano, nell'area nord di Napoli. Il posto è quello che viene chiamato "Abbasce ‘o Messico", dove c'è la roccaforte dei clan che hanno cercato di riprendere le redini degli affari criminali dopo lo sgretolamento del clan Lo Russo.

Di messaggi di questo tipo, con la stessa sigla Ztl Lo Russo, ce n'erano già stati nei mesi scorsi, impresse sui muri e su un maxi striscione affisso perché tutti potessero vederli, così come c'erano stati atti intimidatori contro familiari dei boss Lo Russo che erano rimasti a vivere nel quartiere. La scritta di stanotte è sullo stesso tenore di quella di aprile, quando in via Janfolla fu sistemato un drappo con il messaggio: "La vostra libertà puzza di infamità". Un chiaro riferimento alla decisione degli ex vertici del clan di diventare collaboratori di giustizia, ottenendo da un lato sconti di pena e dall'altro facendo arrestare quelli che prima erano nel loro clan e che poi sono passati ai gruppi degli "eredi".

Il messaggio di stanotte è comparso per poche ore, la fotografia è stata diffusa dal sito Internapoli.it, ma al mattino era stato già rimosso. Anche in questo caso, ritengono gli investigatori, si tratterebbe di una reazione che sarebbe partita dal gruppo Balzano-D'Errico-Scarpellini, anche questo decimato dagli arresti anche grazie alle dichiarazioni rese agli inquirenti da Carlo Lo Russo e Mariano Torre.

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