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Minacce a Rosaria Capacchione e Roberto Saviano: nuova udienza a Roma il 5 luglio

Minacce in aula alla giornalista Rosaria Capacchione e allo scrittore Roberto Saviano: ci sarà una nuova udienza preliminare a Roma il 5 luglio. Gli imputati sono il boss Casalese Francesco Bidognetti, l’avvocato Michele Santonastaso (già condannato per associazione camorristica in primo grado e in appello) e il collega Carmine D’Aniello.
A cura di Redazione Napoli
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Minacce in aula alla giornalista Rosaria Capacchione e allo scrittore Roberto Saviano: nuova udienza preliminare a Roma il 5 luglio, gup Livio Sabatini. Imputati: il capo clan dei Casalesi Francesco Bidognetti, l’avvocato Michele Santonastaso (già condannato per associazione camorristica in primo grado e in appello) e il collega Carmine D’Aniello. Il processo era stato già celebrato presso il Tribunale di Napoli (presidente Aldo Esposito, pm Antonello Ardituro e Cesare Sirignano) e si era concluso, a novembre del 2014, con la condanna di Santonastaso (storico difensore di Bidognetti e dell’altro capo clan Antonio Iovine, ora collaboratore di giustizia) per minacce aggravate dal metodo mafioso. In sede di appello (presidente Fernando Giannelli), a ottobre del 2017, i giudici avevano ritenuto che la sentenza andasse annullata per incompetenza territoriale. La Dda di Napoli aveva quindi disposto la trasmissione degli atti a Roma ma il fascicolo è rimasto fermo in cancelleria fino a gennaio di quest’anno: quasi un anno e mezzo, un ritardo inspiegabile. Quindi la fissazione della nuova udienza preliminare, al 4 giugno 2019. Ma è stata un’udienza di mero rinvio: dubbi sulle notifiche a Santonastaso (presente nel corridoio del Tribunale di piazzale Clodio ma non in aula); mancante la querela di Roberto Saviano (una recente modifica del codice ha imposto la querela della parte offesa per il reato di minaccia aggravata, prima procedibile d’ufficio). Assente l'Ordine dei Giornalisti della Campania.

Il fatto: il 13 marzo del 2008, durante le discussioni difensive del processo Spartacus, in Corte di Assise di appello a Napoli, Michele Santonastaso presentò e lesse in aula un’istanza di legittimo sospetto, firmata da Francesco Bidognetti e Antonio Iovine, diffamatoria e calunniosa nei confronti di magistrati (Federico Cafiero de Raho e Raffaele Cantone), scrittori e giornalisti. Documento che fu ritenuto un’esplicita minaccia a quanti, a vario titolo, avevano sostenuto l’accusa nel processo al clan dei Casalesi e ne avevano raccontato e diffuso le imprese criminali.

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