1.766 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

“Mio figlio minacciato e insultato perché positivo al Covid. Ma lui non ha alcuna colpa”

Il ragazzo di 17 anni di San Giorgio a Cremano (Napoli), risultato positivo al Covid-19, è stato insultato e minacciato: lo hanno accusato di aver incontrato altri giovani pur sapendo di essere infetto. Il padre ha contattato Fanpage.it per raccontare tutta la storia: il figlio non sapeva della positività, è stato già sottoposto a un secondo tampone, risultato negativo, e lo stesso esito hanno dato i tamponi effettuati a tutti i suoi amici.
A cura di Nico Falco
1.766 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Mio figlio è stato descritto come un criminale, un irresponsabile che se ne andava in giro a contagiare gente consapevole di essere malato, ma le cose non stanno così: lui non ha mai avuto sintomi, sta bene ed è già risultato negativo al secondo tampone. Questa situazione è surreale e anche pericolosa: ha ricevuto anche delle telefonate di minacce". A parlare è il padre del 17enne di San Giorgio a Cremano (Napoli) che è risultato positivo al tampone per verificare l'infezione da coronavirus. Una notizia che ha creato uno scompiglio nel comune alle porte di Napoli ai limiti della caccia alle streghe, tra minacce e vicini di casa e amici che guardano con sospetto. Così l'uomo ha deciso di contattare Fanpage.it per raccontare tutta la storia, con una importante precisazione: nessuno dei ragazzi sottoposti ai tamponi dopo i contatti col figlio è risultato positivo.

Come ha scoperto la positività suo figlio?

A marzo eravamo stati influenzati, avvertendo dei sintomi che potevano essere riconducibili anche alla Covid-19, così a maggio, appena possibile, abbiamo fatto i test sierologici in un laboratorio privato, a pagamento, per capire se effettivamente avessimo contratto la malattia o se si fosse trattato di una semplice influenza. L'esito è stato positivo per tutti: eravamo entrati in contatto con la malattia. Però avevamo solo un valore alto di anticorpi IgG, quelli che indicano che l'infezione è passata e che non si è più contagiosi, mentre gli IgM, che al contrario indicano infezione in corso, erano nella norma.

A quel punto il protocollo prevede che si proceda con il tampone.

Ci ha contattato l'Asl e agli inizi di giugno siamo stati tutti sottoposti al tampone. Sabato scorso ci hanno avvisato che aveva dato esito positivo soltanto per mio figlio di 17 anni. Il giorno dopo, domenica mattina, 7 giugno, il 118 è arrivato per fare il secondo tampone, e lunedì pomeriggio mi hanno detto che a differenza del primo aveva dato esito negativo, non aveva quindi rilevato la presenza del virus. Domenica prossima mio figlio dovrà fare il terzo tampone, come da protocollo, ma sono convinto che anche questo sarà negativo: non ha sintomi, sta benissimo.

Ma suo figlio, dopo avere scoperto la positività, è andato in giro, ha frequentato altri ragazzi?

Da quando ha saputo di essere positivo non si è mosso da casa, e così anche tutti noi. Lui era uscito prima, aveva incontrato gli amici, la fidanzata, ma non aveva assolutamente idea che il tampone avrebbe dato quel risultato. Eppure il passaparola è stato devastante, si è diffuso il panico: ci guardano come fossimo appestati, qualcuno mi ha telefonato per chiedermi se ci fossimo ristabiliti, ma noi non siamo stati mai male. Mio figlio invece è stato proprio minacciato: gli hanno detto che lo avrebbero picchiato perché aveva contagiato volontariamente gli altri. Qualche amico è diventato anche sospettoso, ha messo in dubbio che il secondo tampone fosse negativo. Ma i ragazzi con cui è stato in contatto sono stati tutti sottoposti al tampone e sono tutti risultati negativi.

Quindi i test non hanno evidenziato nessun contagio che potrebbe essere riconducibile a suo figlio.

Io capisco lo stato di ansia degli altri genitori, sono anche io padre, ma a farmi rabbia è stata la diffusione di notizie false. Hanno trasformato mio figlio in un untore. Hanno raccontato che lui, consapevole di essere positivo, era andato a una festa. E di bocca in bocca queste notizie sono diventate sempre più gravi: prima alla festa ci sarebbero state 30 persone, poi 40, poi 50, poi hanno detto che c'erano anche ragazzi di Polla, San Sebastiano al Vesuvio…

Ho chiesto anche al sindaco, Giorgio Zinno, di fare un altro post su Facebook per aggiornare i cittadini sulla situazione, per far sapere anche che mio figlio sta bene, che non ha sintomi, e che gli altri tamponi hanno dato esito negativo. Ripeto: la paura è giustificata quando si parla di malattie, la capisco anche io e non contesto questo, ma qui ci sentiamo trattati alla stregua di criminali sulla base di notizie false…

1.766 CONDIVISIONI
32807 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views