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Stop movida, titolari di bar e baretti contro De Luca: “Basta, non siamo criminali”

I baretti: “La nuova ordinanza regionale sulla movida? Un passo avanti, ma resta penalizzante per il settore. Troppi limiti, si avvantaggiano i locali più grandi con più posti a sedere”. Carrotta (Socialize): “Penalizzati rispetto ai ristoranti”. Biscardi (Cantine Sociali): “Provvedimento positivo, ma bisogna fare di più”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“La nuova ordinanza regionale sulla movida? Un passo avanti, ma resta penalizzante per il settore. Troppi limiti, si avvantaggiano i locali più grandi con più posti a sedere”. I baretti si spaccano sull'ordinanza 53 della Regione Campania che vieta la vendita da asporto di bevande alcoliche a tutti i locali dopo le 22 e il consumo degli alcolici in luoghi pubblici tra le 22 e le 6 del mattino, mentre fissa la chiusura di bar, “baretti”, vinerie, gelaterie, pasticcerie, chioschi e ambulanti all'una di notte, con obbligo di vendita al bancone dalle 22 all'1. Pena pesanti sanzioni per i trasgressori, da 400 a 1.000 euro. Il provvedimento, ha spiegato Palazzo Santa Lucia, è stato pensato soprattutto per evitare gli assembramenti notturni in strada, come accaduto negli scorsi giorni in via Aniello Falcone o in piazza Bellini, soprattutto di giovani che si portano gli alcolici da casa o li prendono al supermercato. Ma non tutti i gestori sono favorevoli.

Carrotta, Socialize: “Noi penalizzati rispetto ai ristoranti”

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“Siamo stati chiusi per 3 mesi. I locali della movida sono al collasso, con affitti e spese da pagare e la cassa integrazione per i dipendenti che non è ancora arrivata. E le ordinanze che stanno facendo le istituzioni invece di aiutarci ci penalizzano”. Non ha dubbi Fabio Carrotta, titolare del Socialize Coffee&Drink, storico bar tabacchi di Chiaia, punto di riferimento della vita notturna del quartiere, e presidente del Borgo commerciale di via Ferrigni. “Chiudere l'asporto per le bevande alle ore 22 – spiega – è come non aprire. Noi a quell'ora cominciamo a carburare. Dopo un certo orario non vendi più cibo, ma bevande. La Regione ha aperto ristoranti e pizzerie senza limiti di orario. Dalla prossima settimana sembra che si potranno tornare a festeggiare i matrimoni con gli invitati. Non capiamo perché solo noi dobbiamo chiudere la notte. Ci sembra un accanimento verso la categoria”.

“Noi ci aspettavamo di tornare agli orari di prima – dice Carrotta – Per ora ci accontentiamo del prolungamento all'una. Ma dalla prossima settimana speriamo di tornare a regime. Il presidente De Luca è molto attento ai giovani, ha avviato il concorso per le assunzioni. Perché non ascolta anche i bisogni di noi imprenditori e dei nostri dipendenti? Ieri sera abbiamo dovuto chiudere alle 23, così non si va avanti. Noi siamo molto attenti alla salute dei nostri clienti, soprattutto giovani. Chi vende alcol ai minorenni, con i cicchetti a un euro delle sottomarche, fa solo danni e va chiuso. Ma perché limitare la possibilità di divertirsi per chi vuole farlo rispettando le regole? Ci si può contagiare anche prima delle 22. Noi speriamo di tornare agli orari di prima del Covid dalla prossima settimana, con l'apertura giovedì, venerdì e sabato fino alle 3,30 e alle 2,30 gli altri giorni. Il periodo di alta stagione per noi è passato. Abbiamo pochi mesi ancora per recuperare quanto perso. Il sindaco ha annunciato l'ordinanza sui tavolini gratis fuori? La stiamo aspettando”.

Biscardi, Cantine Sociali: “Noi siamo favorevoli”

Favorevole all'ordinanza regionale sulla movida, invece, Roberto Biscardi, titolare della Cantine Sociali in piazza Rodinò a Chiaia. “Il nostro locale – spiega – vende non solo alcolici, ma anche prodotti di cucina. Abbiamo scelto da tempo di non servire al banco, ma solo ai tavoli con posti a sedere, perché così è più facile gestire i flussi di persone ed evitare assembramenti fuori. L'ordinanza ci piace perché va a risolvere le difficoltà della chiusura alle 23. Anche se i bar più piccoli potranno avere delle difficoltà lavorative. Ma va letta nell'ottica della battaglia al Coronavirus. La speranza è che si possa tornare quanto prima alla normalità. Ogni settimana persa è un dramma per le famiglie. Nei locali della movida lavorano universitari che si pagano gli studi, cuochi, barman e camerieri che hanno famiglie a carico”.

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“Bisogna dare un messaggio di speranza al settore – prosegue Biscardi – Non ci sono turisti. Le persone hanno paura. Domenica via Partenoper era piena di gente, ma i ristoranti erano vuoti, perché c'è ancora diffidenza. Invece, i locali sono più sicuri della strada perché devono rispettare i protocolli di sicurezza. L'ordinanza di de Magistris sui tavolini gratis? È un vantaggio soprattutto con l'estate”. I locali compreranno tavolini e sedie per concessioni che durano solo fino a ottobre? “In questi casi è giusto fare un piccolo investimento – conclude Biscardi – E poi si possono noleggiare invece di comprarli. L'auspicio è che non ci siano abusi. Bisogna rispettare le regole e far prevalere il buon senso”.

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