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Napoletani scomparsi in Messico

Napoletani scomparsi in Messico, la famiglia offre 90mila euro in cambio di informazioni

La famiglia di Raffaele e Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico ormai dal 31 gennaio, hanno offerto una ricompensa di 2 milioni di pesos – circa 90mila euro – a chiunque offrirà informazioni utili al ritrovamento dei propri cari.
A cura di Valerio Papadia
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Lo scorso 30 marzo, la notizia clamorosa era arrivata a ridare la speranza: l'avvocato Claudio Falleti aveva annunciato che, secondo le autorità locali, Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi a Tecalitlan, in Messico, ormai dal 31 gennaio, erano ancora vivi. A quasi una settimana dalla notizia e ad oltre due mesi dalla scomparsa, dei tre partenopei, però, ancora nessuna traccia: le ricerche, fino ad ora, estese anche oltre allo Stato di Jalisco, per ora non hanno dato i frutti sperati. Così la famiglia ha deciso ancora una volta di procedere autonomamente e di offrire una cospicua ricompensa a chi offrirà informazioni utili al ritrovamento dei propri cari.

Come scrive su Facebook Francesco Russo, figlio di Raffaele e fratello di Antonio, la famiglia ha deciso di offrire due milioni di pesos – la valuta messicana – a chiunque sarà in grado di fornire informazioni che permettano a loro o agli investigatori di mettersi sulle tracce dei tre partenopei. Una somma considerevole, non soltanto in Messico, dal momento che due milioni di pesos corrispondono a circa 90mila euro. Gli investigatori, in un primo momento, avevano arrestato alcuni poliziotti, accusati di aver venduto i tre partenopei a un cartello locale della droga per una somma di circa 43 euro. Da allora, però, le indagini sembrano essersi arenate.

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