Napoletani scomparsi in Messico, lo sfogo dell’avvocato: “Per lo Stato non sono italiani”
Soltanto pochi giorni fa, la famiglia di Raffaele e Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi da Tecalitlan, in Messico, il 31 gennaio del 2018 e di cui, da allora, non si hanno più notizie, ha aumentato la ricompensa, portandola a 130mila euro, per chiunque possa fornire informazioni utili al ritrovamento dei propri cari, dal momento che, secondo la famiglia, le indagini della autorità locali sono a un punto morto e il governo italiano non si è impegnato abbastanza per trovare una risoluzione alla vicenda. Dello stesso avviso è Claudio Falleti, rappresentante legale della famiglia, il cui sfogo è davvero molto duro: "Abbiamo sentito gridare molte volte ‘viva gli italiani' ma evidentemente i Russo e i Cimmino non lo sono per le nostre istituzioni".
L'avvocato, poi, continua, rivolgendosi al governo appena insediatosi: "Aiutateci a sapere che fine hanno fatto i nostri concittadini. Adesso la politica si assuma le proprie responsabilità per tutelare i propri cittadini. È una storia triste quella dei Russo e dei Cimmino: scomparsi il 31 gennaio nel Paese centroamericano e dei quali non si hanno più notizie. Una vicenda iniziata in piena campagna elettorale, quando nessun rappresentante del nostro Stato aveva abbastanza tempo per occuparsene seriamente. Poi ci sono state le elezioni e adesso il Governo. Dopo la promessa, già disattesa dallo staff del presidente Fico (ancora attendiamo un appuntamento), chiediamo ai ministri incaricati della questione di occuparsene veramente".