Napoletani scomparsi in Messico, spunta un mediatore tra la polizia ed i narcos
Un nuovo capitolo nella vicenda dei tre napoletani scomparsi in Messico e, a quanto pare, "venduti" dalla polizia locale ai narcos. Ci sarebbe stato infatti un presunto "mediatore" tra le forze dell'ordine ed i criminali, un uomo che avrebbe quanto meno fatto da tramite per i contatti tra poliziotti e narcos, e che dunque potrebbe essere stato coinvolto nella storia.
Per ora di lui si sa soltanto il nome: "Angel", o meglio "don Angel" come lo chiamano a Tecalitlán. Ma l'uomo sarebbe addirittura conosciuto nell'intero stato federale di Jalisco. L'uomo, tirato in ballo anche dai media locali, è entrato ufficialmente nelle delicatissime indagini degli inquirenti messicani: non è chiaro però il tipo di ruolo che avrebbe avuto nella vicenda. C'è chi ipotizza che abbia fatto da semplice "tramite" tra i poliziotti coinvolti (in quattro sono stati già rinviati a giudizio) ed il cartello Nueva Generación de Jalisco, considerato il responsabile della sparizione dei tre napoletani. Ma c'è chi ipotizza si tratti del vero e proprio "sequestratore dei tre". Si indaga, insomma, anche su questa pista, che potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini.
Un nome nuovo, insomma, tra i tanti ormai coinvolti nella vicenda e che stanno diventando sempre più conosciuti in Italia grazie al clamore mediatico della vicenda. E qualche curiosità etimologica: gli abitanti dello stato di Jalisco (che deriva dalla lingua indigena, il náhuatl, e che indica il terreno sabbioso) si chiamano "tapatíos", parola spagnola che deriva da "tapatiotl" e che in lingua náhuatl veniva usata per usare l'unità monetaria degli indigeni prima dell'arrivo degli spagnoli e che letteralmente vuol dire "prezzo di ciò che viene acquistato". Un'analogia etimologica, e particolarmente curiosa ed attinente, con quanto accaduto nelle scorse settimane.