Napoli, 15enne ucciso. I testimoni: il carabiniere non si è qualificato e ha sparato 4 colpi
Il carabiniere non si sarebbe qualificato e avrebbe sparato fingendo di prendere l'orologio per darglielo. Questa è la versione del 17enne amico e "complice" di Ugo Russo, il ragazzo ucciso a Napoli da un carabiniere fuori servizio dopo avergli puntato la pistola giocattolo per tentare una rapina, la notte del 1 marzo a via Orsini. Una dinamica convulsa, su cui dovrà far luce la Procura di Napoli guidata da Giovanni Melillo e che, per il momento, vede il carabiniere 23enne indagato per eccesso colposo di legittima difesa e il 17enne destinatario di un decreto di fermo di indiziato di delitto dalla Procura per i Minorenni di Napoli. Il complice di Ugo Russo, difeso dall'avvocato Mario Bruno è ritenuto responsabile della tentata rapina ai danni del carabiniere. Rapina che Russo e il suo giovane collega volevano portare a termine, come racconta l'avvocato Bruno. Al momento il giovane si trova in un centro di prima accoglienza. Nei momenti concitati che sono costati la vita a Ugo Russo, il suo amico è scappato recandosi poi spontaneamente dagli investigatori, per essere ascoltato. Ed è proprio dal racconto del militare e del 17enne che parte l'indagine degli investigatori. Il ragazzo avrebbe spiegato che, a differenza della ricostruzione diffusa dai carabinieri in un primo momento, il militare 23enne non si sarebbe qualificato prima di sparare. Il carabiniere, che era fuori servizio e in auto insieme a una ragazza, dopo aver visto l'arma – poi rivelatasi giocattolo – puntata alla testa, avrebbe finto di dare l'orologio per poi estrarre la pistola di ordinanza e fare fuoco.
Secondo testimonianze raccolte da Fanpage.it, nella zona dov'è avvenuta la sparatoria, i colpi sono stati 4. I primi due seguiti, dopo una pausa, da altri due spari. Da quanto appreso da Fanpage.it, Ugo Russo sarebbe stato colpito le prime due volte alla parte anteriore del torace, all'altezza delle spalle, e successivamente, mentre tentava la fuga, un terzo proiettile avrebbe trapassato il casco colpendolo dietro la nuca (nella regione occipitale). L'ultimo invece avrebbe mancato il suo amico che, distante, è riuscito a scappare.
Diversa la ricostruzione diffusa dai carabinieri secondo cui il militare 23enne ha sì sparato ma solo dopo essersi qualificato, mentre era a bordo della sua auto. Il 118 è stato chiamato alle 00.51, l'ambulanza è partita immediatamente. La sparatoria è avvenuta intorno alle 00.50. Inutile la corsa all'ospedale Pellegrini, dove il giovane è poi morto circa un'ora e mezza dopo. La famiglia di Ugo Russo ha chiesto giustizia e verità ai microfoni di Fanpage.it dopo la morte del ragazzo.