Napoli, 15enne ucciso, niente funerali, sfila un corteo: “Verità e giustizia per Ugo”
Sfila solo per poche decine di metri nei Quartieri Spagnoli la bara bianca con il corpo di Ugo Russo, il 15 enne, ucciso a Santa Lucia, durante un tentativo di rapina a un carabiniere fuori servizio il 1 marzo scorso. Ad accompagnarla uno striscione: “Verità e giustizia per Ugo”, con una nuvola di palloncini bianchi che si è levata in cielo per un ultimo saluto. A trasportare il feretro del ragazzo, familiari e amici che hanno percorso il tragitto dalla casa nei Quartieri Spagnoli fino alla fine del vicolo, dove si trova la boutique H&M, su via Toledo, dove il corteo ha incontrato un cordone di polizia. Presenti anche molti residenti della zona e conoscenti della famiglia. Alcuni ragazzi indossavano anche una maglietta con il volto di Ugo.
Corteo fino a via Toledo, poi il viaggio al cimitero di Poggioreale
Quando la bara è arrivata in prossimità di via Roma, ad attenderla c'era l'auto delle onoranze funebri, che l'ha poi trasportata al cimitero di Poggioreale, per la benedizione all'interno della cappella del camposanto. I genitori l'hanno seguita in scooter. A pochi metri dall'abitazione della famiglia Russo è stata esposta, poi, una gigantografia con la foto del ragazzo e uno striscione con la scritta “Ciao Ugo per sempre ragazzo. Con rabbia e con amore”.
Divieto della cerimonia pubblica per il decreto su Coronavirus
Niente esequie solenni per Ugo, prima autorizzate, poi fermate dalla Questura di Napoli, con un'ordinanza del questore firmata ieri sera, che ha recepito il nuovo decreto del Governo per l'emergenza Coronavirus che ha vietato in tutt'Italia le cerimonie pubbliche, compresi matrimoni e funerali. Decisione poi ribadita anche dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, per tutto il Paese, e dal Cardinale Crescenzio Sepe per la città di Napoli. Le esequie pubbliche si sarebbero dovute tenere questa mattina nella chiesa di Santa Maria a ogni bene dei sette dolori, nei Quartieri spagnoli. La salma di Ugo era stata dissequestrata dalla magistratura dopo l'autopsia, avvenuta venerdì 6 marzo e durata oltre 5 ore. La bara bianca, poi, sabato, era stato portata nella casa al piano terra in vico Rosario a Portamedina, dove era stata allestita una sorta di piccola camera ardente, per la visita di familiari e amici.