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La storia del piccolo Gigi Cangiano, ucciso dalla camorra il 15 dicembre 1983 al rione Siberia

Gigi Cangiano, 10 anni, fu ucciso da una pallottola vagante nel 1983 mentre tornava a casa, nel rione Siberia di Poggioreale.
A cura di Nico Falco
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Luigi Cangiano, "Gigi", venne ucciso il 15 dicembre 1983 nel rione Siberia, a Poggioreale, alle spalle del corso Malta, tra il cimitero e il carcere. Lo colpì una pallottola di quelle esplose durante una sparatoria tra criminali e polizia; uno dei colpi, esplosi tra la folla, lo ferì mortalmente mentre stava tornando a casa, dopo aver comprato un pacchetto di caramelle.

Gigi è stata una delle prime vittime innocenti della camorra a Napoli, persone, e anche bambini, uccise perché si sono trovate sulla traiettoria di un proiettile, prove evidenti che il "tanto si ammazzano tra loro" è soltanto un modo di dire e che quando la guerra è in città tutti possono diventare vittime. Dopo Gigi ce ne sono stati altri, tutti minorenni, alcuni come lui bambini: Nunzio Pandolfi, Fabio De Pandi, Gioacchino Costanzo, Ciro Zirpoli, Annalisa Durante, Valentina Terracciano, Simonetta Lamberti.

"Gigi era un bambino esile e dimostrava meno anni di quelli che aveva – si legge su un cartello che racconta la storia del piccolo – dopo due bocciature in terza elementare aveva smesso di andare a scuola e aiutava la mamma, che per mantenere la famiglia, faceva la venditrice ambulante. Non sapeva né leggere né scrivere". Gigi si era riavvicinato alla scuola grazie alla Comunità di Sant'Egidio, che aveva iniziato nel quartiere una "Scuola Popolare", un doposcuola.

Il bambino fu attirato dall'andirivieni di studenti e soprattutto di bambini della sua stessa età. All'inizio per farsi notare scavalcava la cancellata e bussava alla porta di ferro per entrare. Poi decise di tornare a scuola, cominciò a frequentare il doposcuola in attesa di iscriversi al nuovo anno scolastico e nel settembre del 1983 tornò in classe.

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