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Le Tre Grazie di Antonio Canova al Mann di Napoli dall’Ermitage di San Pietroburgo

Da giovedì 28 marzo al 30 giugno al Museo Archeologico di Napoli oltre cento capolavori di Antonio Canova che scelse Napoli come luogo dove studiare da vicino l’arte classica. Dall’Ermitage di San Pietroburgo sono arrivate le sculture delle “Tre Grazie”, le divinità della gioia e delle bellezza figlie di Zeus.
A cura di Redazione Cultura
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Al Mann sbarca la grande arte scultorea di Antonio Canova. Da oggi giovedì 28 marzo e fino al 30 giugno 2019 le sale del Museo Archeologico di Napoli diretto da Paolo Giulierini saranno il set di un imperdibile match tra "Canova e l'Antico", questo il titolo prescelto per l'esposizione curata da uno dei massimi studiosi del "nuovo Fidia", Giuseppe Pavanello. Oltre cento capolavori (per la precisione 110) che racconteranno il rapporto tra tra Canova e il mondo classico, proprio nella città dove il massimo esponente del neoclassicismo scoprì e studiò da vicino l'arte classica. Proprio al Museo archeologico, agli scavi di Paestum e Pompei, ai Campi Flegrei.

Una delle massime espressioni del necolassicismo, capolavoro in marmo di tutti i tempi, è sicuramente rappresentato dall'opera delle "Tre Grazie", disimballate ieri e provenienti dall'Ermitage di San Pietroburgo, in Russia, dove risiedono dal 1901 e che fino al 30 giugno saranno le vere e proprie rockstar tra grandi modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini in gesso e terracotta, disegni, dipinti, monocromi e tempere, in dialogo con opere delle collezioni del museo, in parte inserite nel percorso espositivo, in parte segnalate nelle sale museali.

Le Tre Grazie di Antonio Canova

Le Tre Grazie è il nome di due sculture di Antonio Canova con le famose divinità della mitologia greca, realizzate dall'autore veneto tra il 1812 e il 1817. La versione presente alla mostra partenopea al Mann è quella conservata al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, la prima in ordine di tempo realizzata da canova, mentre una sua successiva versione è attualmente esposta al Victoria and Albert Museum di Londra. Il soggetto mitologico era, nelle intenzioni di Canova, ispirazione per la rappresentazione di una versione "serenatrice" della bellezza femminile, secondo i principi ispiratori delle teorie neoclassiche. Oltre la capacità tecnica di riproduzione del velo marmoreo, ciò che appare senza dubbio di livello assoluto è data dall'abilità del Canova di riprodurre le capigliature delle tre divinità, oltre alla creazione di una patina in grado di restituire il rosa delle gote delle tre donne.

Il mito greco di Aglaia, Eufrosine e Talia

Ma chi erano nella mitologia greca le Tre Grazie? Il mito, così come ci riferisce Esiodo, parla di un numero di tre divinità, i cui nomi sono: Aglaia l'Ornamento o lo Splendore, Eufrosine la Gioia o la Letizia e Talia la Pienezza o la Prosperità e Portatrice di fiori. Figlie del dio Zeus e della ninfa Eurinome, nell'antica Grecia erano chiamate Cariti, mentre per i romani diventano le Tre Grazie. Dee della gioia e del fascino, impersonano la bellezza e la grazia, infondendo la felicità nel cuore degli dei e degli uomini.

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