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Napoli, ambulanza sequestrata al Loreto Mare, il gruppo ripreso dalle telecamere

I carabinieri hanno presentato una informativa al Procuratore Melillo sull’episodio dell’ambulanza sequestrata all’ospedale Loreto Mare per costringere i sanitari a soccorrere un ragazzo. Il gruppo di giovanissimi sarebbe stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza della struttura, alcuni dei componenti sarebbero già stati identificati.
A cura di Nico Falco
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Sarebbero stati individuati alcuni dei componenti del gruppo che, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, hanno sequestrato un'ambulanza e gli operatori del 118 del Loreto Mare costringendoli a soccorrere un loro amico di 16 anni che aveva riportato una distorsione al ginocchio. Verrebbero dalla vicina zona delle Case Nuove, alcuni di loro sarebbero stati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza dell'ospedale; tra le ipotesi di reato, anche il sequestro di persona.

L'identità del ragazzo soccorso è invece già nota perché, dopo l'intervento "obbligatorio" sul posto, è stato portato in ospedale e refertato. Intanto, questa mattina, 7 gennaio, i carabinieri hanno tenuto un vertice col Procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, per fare un punto della situazione.

Per l'accaduto il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, ha sporto denuncia. "Che fossimo in guerra lo si era capito sin dal primo giorno – ha detto – è inutile citare ogni singolo episodio che ha portato questa Asl alla ribalta delle cronache, perché dietro ogni episodio c’è una mancanza di cultura della legalità, di rispetto dell’altro e delle più elementari regole del vivere comune".

Riferendosi nello specifico all'ultimo episodio, ha parlato di "una banda di criminali che hanno imposto, con minacce verbali e atteggiamenti delinquenziali, il soccorso ad un loro giovane amico in zona “case nuove”, per poi – ancora una volta e con gli stessi metodi, “disponendo” per il trasporto al Pronto soccorso del Loreto Mare".

Il giovane è stato poi medicato in ospedale, aveva una semplice lussazione alla rotula, un codice verde. "Questo banale problema – ha concluso Verdoliva – è stato sufficiente a pretendere, a prescindere da tutto e tutti, di scatenare pretese, mancanza di rispetto e comportamenti che configurano certamente una serie di “reati”. Ragione per la quale questa notte alle 00:45 ho sporto denuncia agli organi competenti".

Mario Balzanelli, presidente della Sis 118 (Società Italiana Sistema 118), pur condividendo la decisione di dotare le ambulanze di sistema di videosorveglianza interno, ha sottolineato che il problema non è limitato a Napoli ma è di carattere nazionale. Le decisione del ministro degli Interni Luciana Lamorgese, spiega Balzanelli, raccoglie "la più profonda gratitudine di tutti gli operatori del Sistema 118 nazionale, medici, infermieri ed autisti-soccorritori" che "per la prima volta, motivo di sentirsi più sicuri e tutelati da parte dello Stato".

Ma, aggiunge, le aggressioni ci sono in tutta Italia. Come, elenca Balzanelli, quella del 3 ottobre a Rossano Calabro, dove due operatori del 118 furono sequestrati in casa dopo aver constatato il decesso di una paziente, o quella di Pontedera del 10 dicembre, con l'aggressione di una infermiera intervenuta per una lite familiare o, ancora, l'aggressione ai danni di un autista soccorritore a Crevalcore (Bologna) da parte di un paziente con disturbi psichiatrici o l'incendio di un'ambulanza del 118 a Sassari il 2 gennaio e i calci a un soccorritore e all'ambulanza il 3 gennaio a Milano.

Tra le cause individuate, "i ritardi nelle tempistiche di arrivo e la mancanza di personale medico e infermieristico a bordo del mezzo". Per far fronte, serve "riformare il Sistema, potenziandolo in tutte le sue componenti" e "le telecamere andrebbero apposte anche sulle divise degli operatori".

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