Napoli, assunti e subito licenziati: continua la protesta dei 233 lavoratori della Caf
Continua la protesta dei lavoratori di Caf Italia srl, la società che fa capo alla spagnola Construcciones y Auxiliar de Ferrocarilles spa, che lavora nel settore della manutenzione del materiale rotabile. I dipendenti infatti sono a rischio licenziamento se nessuno interverrà nella vicenda, che vede coinvolte più di 230 persone di cui 123 soltanto nel capoluogo napoletano. Nonostante anche un blitz lo scorso 15 novembre alla presenza del ministro Luigi Di Maio, al momento la situazione è in alto mare. E lo spettro di essere licenziati a tutti gli effetti, nonostante tante parole e promesse, al momento sembra difficile da esorcizzare, come raccontato da una loro delegazione a Fanpage.it nella giornata di oggi.
La vicenda è iniziata a marzo del 2019, appena pochi mesi fa, quando l'azienda si era aggiudicata una grossa commessa per Trenitalia. E così a giugno vengono assunti a tempo indeterminato 233 dipendenti in tutta Italia, di cui 123 nella sola Napoli. Ma nel frattempo la Hitachi Italia spa, che pur concorreva per la commessa, fa ricordo al Tar del Lazio, sostenendo che l'azienda vincitrice non fosse pronta per affrontare un lavoro del genere. E il 3 luglio arriva la doccia gelata: il Tar dà rsgione a Hitachi, che così ottiene la commessa con Trenitalia, e per Caf l'unica strada da seguire è quella di licenziare i dipendenti appena assunti perché saltando la commessa vinta poco prima, non ha né il lavoro da fargli svolgere, né gli introiti economici che questo garantiva. E dunque per i dipendenti, la beffa: vengono avviate le procedure di licenziamento per tutte le 233 persone assunte poche settimane prima.
Partono così le proteste dei lavoratori: lo scorso 30 ottobre, avevano manifestato all'esterno del cantiere ferroviario di Trenitalia di via Emanuele Gianturco. Ed ancora, erano scesi in piazza assieme agli operai della Whirlpool di via Argine, anche loro a rischio licenziamento. Fino allo scorso 15 novembre, quando hanno letto una toccante lettera al ministro Di Maio, in visita nel Napoletano. Ma al di là delle parole di circostanza, per ora nulla sembra muoversi verso una soluzione che possa restituire lavoro, e dignità, ad oltre duecento persone in tutta Italia, la metà delle quali nel solo capoluogo partenopeo.