Napoli, ‘Febbre e tosse da 20 giorni, nessuno mi chiama né mi fanno il tampone’
“Per 20 giorni ho avuto febbre, tosse e dolori, ma non mi hanno mai fatto il tampone e nessuno mi ha mai chiamato, nonostante ripetuti solleciti al medico curante e al numero verde. Sono rimasto solo a solo a casa, curandomi con antibiotici e tachipirina. Adesso sto aspettando da una settimana di fare il tampone. Ma faccio ancora fatica a parlare e a stare in piedi e mi gira la testa. La sera mi viene un dolore in petto e mi dico: speriamo che passa la nottata”. Lo racconta Vincenzo (nome di fantasia, ndr) in un'intervista a Fanpage.it. I primi sintomi compatibili col Coronavirus si presentano l'11 marzo scorso, quando tornando da lavoro inizia a sentirsi poco bene. Il medico curante gli dice di stare in quarantena e inizia a curare la febbre che da 37,5 gradi inizia a salire. Solo dopo quasi 20 giorni, lunedì della scorsa settimana, vengono avviate le procedure per un tampone, non ancora eseguito. Nel frattempo Vincenzo chiama il numero verde per chiedere aiuto, ma la risposta è sempre la stessa: "Noi non attiviamo tamponi". Così, a distanza di quasi un mese dai sintomi Vincenzo ancora non sa se ha il Coronavirus.
“È incredibile – racconta Vincenzo, raggiunto al telefono da Fanpage.it – tutto è iniziato l'11 marzo. Ero a lavoro e ho cominciato a sentirmi poco bene, avevo tosse. Ho misurato la febbre e avevo 37,5 gradi. Allora ho chiamato medico che mi ha detto di andare a casa in quarantena e da allora ad oggi sono rimasto qui, in una stanza, evitando di contagiare gli altri. Nei giorni successivi ho ricontattato il medico che mi ha dato la tachipirina e il bentelan, però la febbre è rimasta costante. Il 17 marzo – prosegue la testimonianza – ho chiamato il numero verde e mi hanno detto che fino a quando non ci fossero stati sintomi di grave insufficienza respiratoria e febbre altissima non potevano fare niente. Quindi il giorno dopo ho ricontattato il medico che mi ha dato antibiotico per 6 giorni”.
“Ma la febbre e i dolori muscolari sono continuati – aggiunge Vincenzo – fino al 24 marzo. Domenica ho avuto un forte attacco al petto e mi sono preoccupato. Anche il battito spesso è accelerato. Non ho forze e non riesco neanche a scrivere”. Quando ha iniziato a chiedere il tampone? “Il 17 marzo – riprende Vincenzo – ho chiamato il numero ma mi hanno detto che non potevano attivare tamponi, ma danno solo indicazioni. Dopo una ventina di giorni dai sintomi, quindi, quando mi è venuta una forte congiuntivite, con gli occhi iniettati di sangue, ho ricontattato il medico di base e lunedì è stata attivata la procedura per il tampone. Ma faccio fatica a parlare, come se avessi fatto una bella corsa, e non posso stare in piedi e mi gira la testa. Non mi sento in fin di vita, devo essere onesto, ma mi chiedo se è possibile che dopo 20 giorni chiuso in casa con la febbre nessuno mi abbia mai telefonato per sapere come stavo”.