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Covid 19

Napoli, il cardinale Sepe in quarantena: collaboratore positivo al coronavirus

Emergenza coronavirus, il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe in quarantena dopo che un suo stretto collaboratore, don Giuseppe Mazzafaro, è risultato positivo al tampone. L’alto prelato, che non manifesta sintomi influenzali, dovrà stare quattordici giorni in isolamento volontario, come da prassi. Il numero di casi in Campania intanto è salito a quota 1.130 positivi.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il cardinale Sepe
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Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe va in quarantena: la misura è stata decisa dall'alto prelato napoletano dopo che un suo stretto collaboratore è risultato positivo al coronavirus. Si tratta di don Giuseppe Mazzafaro, segretario particolare del cardinale partenopeo: il sacerdote, sofferente da alcuni giorni per sintomi influenzali, è attualmente ricoverato al Cotugno. Al momento, il cardinale partenopeo Crescenzio Sepe non manifesta alcun sintomo influenzale, e dovrà pertanto osservare un periodo di isolamento volontario di quattordici giorni, come da prassi, ma nelle prossime ore si sottoporrà al tampone.

Intanto, a Napoli e in tutta la Campania, resta sotto stretta osservazione da parte delle autorità: il numero di contagiati è salito ieri, lunedì 23 marzo, a quota 1.130 contagiati, con un incremento di 77 casi rispetto alle ventiquattro ore precedenti, confermando il trend in calo degli ultimi giorni in tutta Italia. Complessivamente, sono 29 i deceduti per il coronavirus, con 41 guariti: il dato si riferisce all'intera regione Campania. "Stabile" la città di Ariano Irpino, che con i due nuovi casi di positività registrati ieri, ha raggiunto quota 68 positivi (più della metà di tutta la provincia di Avellino), con 5 decessi. Il paese già da diversi giorni è stato messo completamente in quarantena: nessuno può entrare o uscire, per evitare che le persone, soprattutto quelle asintomatiche, possano contagiare loro malgrado anche i comuni limitrofi, dove già si erano registrati nei giorni scorsi casi "sporadici". Una misura simile a quella presa per altri quattro paesi del Cilento, anche questi alle prese con un mini-boom di casi di positività, scoppiati all'indomani di un evento religioso a cui avevano preso parte diverse persone proveniente dai centri della Valle di Diano.

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