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Covid 19

Napoli, il Gambrinus fa 160 anni, ma resta chiuso per il Covid: “Così non si può lavorare”

Antonio Sergio, uno dei titolari del Gambrinus, a Fanpage.it: “Domani, 12 maggio, il Gambrinus di Napoli compie 160 anni, ma le saracinesche resteranno chiuse. La nostra attività va in antitesi con le limitazioni del Coronavirus. Noi siamo abituati a lavorare con i grandi numeri. Ma se non ci consentono di tenere almeno 30-40 tavoli non ci sono le condizioni per lavorare. Aspettiamo tempi migliori. Abbiamo superato guerre, terremoti e pestilenze e riusciremo a sconfiggere anche il Coronavirus ”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Domani, 12 maggio, il Gambrinus di Napoli compie 160 anni, ma le saracinesche resteranno chiuse. La nostra attività va in antitesi con le limitazioni del Coronavirus. Noi siamo abituati a lavorare con i grandi numeri. Il nostro locale ha tanti dipendenti, quasi 40, che lavorano dalle 7 del mattino all'una di notte tutto l'anno. Ma se non ci consentono di tenere almeno 30-40 tavoli tra interno ed esterno non ci sono le condizioni per lavorare. Aspettiamo tempi migliori. Ma abbiamo superato guerre, terremoti e pestilenze e riusciremo a sconfiggere anche il Coronavirus ”. Non ha dubbi Antonio Sergio, uno dei titolari dello storico caffè di piazza Trieste e Trento. La festa per i 160 anni del Gambrinus è rimandata a data da destinarsi. Le porte del noto caffè domani, 12 maggio 2020, resteranno chiuse. Hanno riaperto in via eccezionale solo per le telecamere di Fanpage.it.

Come avete affrontato l'emergenza Coronavirus?

“Veniamo da 3 mesi di riposo assoluto. Il locale è chiuso. Le attività sono ferme dal 12 marzo, da quando abbiamo ricevuto a notte fonda che il giorno dopo non avremmo potuto riaprire e abbiamo dovuto chiudere il locale in emergenza cercando di salvare il salvabile. Avevamo i frigoriferi pieni di uova, farina e altri prodotti per la pasticceria e non sapevamo come fare”.

State facendo le consegne a domicilio e il take away?

“Il delivery e l'asporto non ci competono. Ho avuto notizie di chi ha aperto con il delivery, ma non è contento, perché i costi superano le entrate. Noi qui abbiamo ricevuto ambasciatori, capi di Stato. Il Gambirnus al 60% lavora con i turismo, concentriamoci su questo. È la nostra unica vera fonte di ricchezza”.

Idee per la ripartenza?

“Ho seguito la proposta avanzata tra Governo e sindacati della possibilità di diminuire gli orari di lavoro. Noi avremmo due alternative: ridurre l'apertura del locale, chiudendo 2 ore prima, per esempio, o saremmo costretti a prendere altro personale. Credo sia una decisione sbagliata, che va in controtendenza rispetto a quanto si sta facendo in Europa e nel mondo”.

Che sensazione fa vedere Piazza del Plebiscito vuota per il Covid19?

“I napoletani sono rimasti scioccati da questa epidemia, che ha messo in ginocchio la città. Piazza del Plebiscito è sempre stata affollata anche nei tempi peggiori. Dobbiamo riacquistare la serenità d'animo, prima di tutto. Dopo potremo pensare anche alla produzione”.

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