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Napoli, il procuratore Melillo: “Carceri fuori controllo, ci sono anche piazze di spaccio”

In alcuni carceri la situazione è fuori controllo, la comunicazione è costante grazie agli innumerevoli telefoni che entrano facilmente, ci sono gruppi interni che rispecchiano quelli criminali all’esterno ed esistono vere e proprie piazze di spaccio. Lo ha spiegato il procuratore di Napoli, Giuseppe Melillo, in audizione in commissione Antimafia.
A cura di Nico Falco
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Alcuni carceri napoletani sono fuori controllo, "vi dominano le organizzazioni mafiose, i cellulari vi entrano quotidianamente. In alcuni istituti penitenziari vi sono autentiche piazze di spaccio". Lo ha detto ieri, 24 ottobre, il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, durante l'audizione in Commissione antimafia. Riferendosi al territorio napoletano, Melillo ha spiegato al presidente Nicola Morra e ai parlamentari della Commissione che ci sono istituti "dove lo Stato esercita una assai limitata capacità di controllo" e dove arrivano così tanti telefonini che ormai "non li sequestriamo neanche più perché non vale la pena sfiancarsi nel sequestro di ciò che non costituisce neanche un illecito. Il dato di fatto è che le capacità di comunicazione sono costanti, che il carcere riflette le logiche di divisione e aggregazione delle organizzazioni criminali, e che in alcune carceri vi sono autentiche piazze di spaccio".

Parlando della camorra, il procuratore ha spiegato che le forze di polizia sono concentrate sui due principali cartelli cittadini, dei quali gli altri clan sono le proiezioni: l'Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella. In questo contesto, ha aggiunto Melillo, è preoccupante la scarcerazione di Domenico Pirozzi, ritenuto a capo dei Pirozzi, costola del clan Mallardo dell'Alleanza di Secondigliano, che ha lasciato il carcere nel febbraio 2019; sarebbe "uno dei pochi in grado di assicurare continuità e autorevolezza alla funzione direttiva dell'organizzazione", dietro il quale potrebbero quindi ricompattarsi gli affiliati dopo le operazioni delle forze dell'ordine.

Riguardo gli organici della Polizia, Melillo ha aggiunto che sono molto ridotti rispetto al passato, e che anche a causa dei pensionamenti "vanno disperdendosi straordinari patrimoni di conoscenza dei fenomeni criminali". "Stanno scomparendo generazioni di eccezionali investigatori – ha detto – la Squadra Mobile di Napoli è composta da circa 360 unità e solo pochi anni fa erano 450 unità".

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