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Napoli, l’albero di Natale in Galleria e la differenza (enorme) con Milano

Puntuale anche quest’anno il filmato col danneggiamento dell’albero di Natale in Galleria Umberto I fa il giro d’Italia. E distrugge ogni notizia positiva sul flusso di turisti nel capoluogo partenopeo in questo ponte dell’Immacolata. Ma ci vuole così tanto a tutelare le zone monumentali della città?
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Ormai l'albero di Natale nella Galleria Umberto I di Napoli custodisce una doppia tradizione: la prima è quella avviata dal commerciante Barbaro, ovvero l'installazione dell'abete al centro della Galleria, la seconda è la distruzione dello stesso, attuata nottetempo da giovani e indisturbati vandali. La doppia immagine che proponiamo in questa riflessione è non eloquente, di più. Da una parte c'è il grande albero Swarovski in Galleria Vittorio Emanuele a Milano (la foto è del Natale scorso); dall'altra l'attuale abete partenopeo, tristemente riverso a terra.

Mentre a Milano l'iniziativa privata di una grande azienda di gioielli viene valorizzata e diventa un evento nazionale, all'ombra del Vesuvio l'iniziativa di un imprenditore del settore abbigliamento viene mortificata e finisce per essere l'ennesima figuraccia mediatica della città. Penso che Barbaro ormai faccia collezione dei suoi video di sorveglianza con cui si immortalano i vandali che ogni anno distruggono l'abete (che viene poi faticosamente ripristinato). Eccoli, i video , quello del 2013 e quello del 2014. La situazione è sempre la stessa, la figuraccia è sempre la stessa. Abbiamo poi voglia a dire che Napoli è visitata da centinaia di migliaia di turisti a Natale: un'immagine del genere è inevitabilmente devastante, fa il giro d'Italia in poche ore ed è capace di distruggere ogni trend positivo, riproponendo sempre la stessa idea di una città senza controllo, bella e selvaggia.

Ci vuole tanto a tutelare una iniziativa privata se porta qualcosa di buono alla città? Ci vuole tanto a tutelare un capolavoro come la Galleria Umberto che ormai da quasi un anno e mezzo è imbrigliata da pali di ferro e lavori di ristrutturazione? Ci vuole così tanto a difendere le zone monumentali della nostra città?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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