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Napoli, la scuola ha 900 alunni ma non ha il certificato di agibilità

Si tratta dell’Istituto comprensivo D’Aosta-Scura che, pur ospitando 900 alunni tra i 3 e i 14 anni, non ha il certificato di agibilità perché non ha mai ottenuto il collaudo per la prevenzione antincendio.
A cura di Valerio Papadia
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Una storia assurda arriva da Napoli, raccontata da Repubblica, che riguarda l'Istituto comprensivo D'Aosta-Scura, con quattro plessi scolastici e circa 900 alunni di età compresa tra i 3 e i 14 anni. La scuola, nonostante ogni giorni ospiti non solo gli alunni, ma anche il corpo docente e i bidelli, non ha il certificato di agibilità: questo vuol dire che, al suo interno, non potrebbe ospitare proprio nessuno. Al plesso scolastico manca infatti il collaudo per la prevenzione antincendio che ne sancirebbe la definitiva messa in sicurezza e gli farebbe ottenere la tanto agognata agibilità.

Particolarmente difficile è la situazione dell'Istituto Giovanni Paisiello di piazza Montecalvario, ai Quartieri Spagnoli, nel cuore di Napoli, nel quale gli alunni devono fronteggiare la caduta di calcinacci e devono destreggiarsi tra i cumuli di rifiuti sparsi all'esterno dell'istituto. All'ingresso della scuola la Protezione Civile è dovuta correre ai ripari, allestendo un ponteggio che protegga gli alunni dalla caduta di calcinacci, che effettivamente è avvenuta lo scorso luglio, quando il materiale staccatosi dalla parete della scuola è caduto sulle auto in sosta, o come più recentemente, quando pezzi di intonaco si sono staccati nelle aule.

"Per fortuna è accaduto quando i ragazzini non erano a scuola: il controsoffitto al secondo piano, tenuto su da una struttura in metallo, si è disancorato perché l’acqua lo ha deformato e arrugginito" ha raccontato Eugenio Tipaldi, il dirigente scolastico dell'intero Istituto comprensivo. Il preside si esprime anche sulla condizione dei rifiuti, un problema così fastidioso da costringere le aule dell'asilo, che affaccia su vico I Montecalvario, a tenere le finestre chiuse a causa del cattivo odore: "Chiamiamo l’Asìa con frequenza, ma i rifiuti continuano a essere depositati lì".

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