Napoli, Miracolo San Gennaro 2018: si è sciolto il sangue nelle ampolle
Il sangue di San Gennaro, Santo Patrono di Napoli, si è sciolto alle ore 10.08 nelle ampolle alle – mostrate come al solito dal cardinale Crescenzio Sepe – custodite nel Duomo della città partenopea. L'arcivescovo di Napoli, mostrando l'ampolla con il sangue sciolto sull'altare, ha annunciato come, all'apertura della cassaforte, il sangue fosse già liquefatto. Nemmeno la pioggia, che nelle prime ore di questa mattina è caduta copiosa su Napoli, è riuscita a fermare la tradizione del 19 settembre, giorno in cui si celebra proprio il Patrono del capoluogo campano: migliaia di persone, come ogni anno, hanno affollato non soltanto la chiesa, ma anche il sagrato, nell'attesa, o meglio nella speranza, della ripetizione del prodigio, come ogni anno. Oltre ai fedeli accorsi da tutta la Campania, ma anche da diverse parti d'Italia, presenti anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Quello del 19 settembre è sicuramente il miracolo più sentito per i napoletani, visto che avviene nel giorno in cui si celebra proprio San Gennaro: accanto a quello di oggi, c'è anche la liquefazione di maggio, e il cosiddetto "miracolo laico" di dicembre. L'avvenuto miracolo di San Gennaro, come sempre, fa tirare un sospiro di sollievo ai napoletani. Il mancato scioglimento del plasma del Santo Patrono, infatti, è foriero di cattive notizie, se non di vere e proprie sciagure: è il caso, ad esempio, del 1973, anno in cui a Napoli si diffuse una tremenda epidemia di colera, oppure del 1980, anno in cui un terremoto ha devastato l'Irpinia e la Campania in generale.
L'omelia del cardinale Sepe
L'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, come di consueto dopo l'annunciazione dello scioglimento del sangue di San Gennaro, ha celebrato messa all'interno del Duomo. "È proprio in questo giorno della Sua festa, che è di tutta Napoli, che San Gennaro ci invita a guardare alla città con uno sguardo più profondo" ha detto Sepe. L'omelia dell'arcivescovo pone l'attenzione, poi, sulla questione delle baby gang e delle stese di camorra: "Tra i mali di Napoli la sofferenza più nuova e più orribile di tutte racconta la storia atroce e beffarda di una città malata in una parte della sua stessa gioventù". E poi: "Le baby gang e le stese sono diventate così ordinarie da non fare quasi più notizia".