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Napoli, nel covo dello spacciatore una pistola elettrica per tenere a bada i clienti

I carabinieri hanno trovato, nel covo di un 26enne incensurato, 100 grammi di cocaina e una pistola elettrica che verosimilmente veniva usata per “calmare” rivali e clienti troppo aggressivi. Il ragazzo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Altre armi elettriche erano state sequestrate a pusher in Lombardia, in Veneto e in Emilia-Romagna.
A cura di Nico Falco
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Per tenere a bada qualche cliente troppo agitato, o anche per difendersi da eventuali rivali. O, forse, soltanto per fare paura. Fatto sta che, col sequestro dei carabinieri nel Rione Sanità, si evidenzia quella che pare essere una tendenza in aumento: gli spacciatori sembrano aver abbandonato i classici coltelli e le rare pistole per preferire le armi elettriche, sicuramente più facili da reperire me più che sufficienti quando si tratta di dover fermare qualcuno.

Il blitz dei militari della Compagnia Stella, col supporto di quelli del Reggimento Campania, è scattato nell'abitazione di un ragazzo di 26 anni del quartiere Pendino, incensurato. Il giovane aveva in casa 106 grammi di cocaina, ancora da tagliare: dopo il trattamento sarebbero facilmente diventati trecento e oltre grammi, pronti per la divisione in dosi e lo spaccio. In casa c'erano anche 2,2 grammi di marijuana e 5450 euro, anche quelli sequestrati in quanto ritenuti provento dello spaccio. Il giovane, poi, aveva a portata di manouna pistola elettrica. Simile a quelle che erano state trovate nei mesi scorsi addosso ad altri pusher a Milano, a Piacenza e a Vicenza, e che venivano usate per "calmare" i litigi con altri spacciatori o per minacciare clienti troppo aggressivi.

Per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti i carabinieri hanno arrestato anche una 40enne del quartiere Avvocata, già nota alle forze dell'ordine: Rita C. aveva in casa 20 stecchette di hashish, per 20 grammi complessivi, e materiale per il confezionamento delle dosi. Il 26enne è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale mentre per la donna sono stati disposti gli arresti domiciliari; entrambi sono in attesa di processo per direttissima.

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