Intervistato in Radio, il comico napoletano Biagio Izzo si lascia scappare, attaccando la serie tv Gomorra che «Napoli non è solo Scampia». Forse la trasmissione di fascia mattutina l'ha trovato appena sveglio e con le idee un po' confuse. Gli suggeriremmo comunque di rettificare questa sua affermazione. Dire così significa ammettere che Napoli e Scampia non solo sono due mondi diversi, inconciliabili, ma al tempo stesso significa dar ragione in tutto e per tutto alla visione cupa, irrecuperabile e senza speranza che la serie tv ispirata al romanzo di Roberto Saviano ha, con buona pace di chi gli imputa ogni problema di Napoli (come se fosse la fiction a creare i problemi e non a trarre spunto dalla realtà).
Dovrebbe chiedere, Biagio Izzo, ai ragazzi impegnati nell'area Nord di Napoli – penso al Laboratorio LARSEC di Secondigliano o alle educative territoriali di Scampia, di passare un pomeriggio con loro e coi ragazzi impegnati in attività sociali di enorme rilievo. Enorme anzitutto perché nell'area Nord di Napoli l'attenzione delle istituzioni si è focalizzata solo a bubbone esploso, quando la camorra era ormai dilagata e i quartieri della periferia erano diventati la "piazza di spaccio più grande d'Europa". Enorme poi perché è enorme l'impegno di chi oggi, nato a Scampia, a Secondigliano a Miano, a San Pietro a Patierno, nelle Case dei Puffi, al Terzo Mondo, al rione Donguanella alle Vele, al rione Monterosa e chi più ne ha, ne metta, mette in campo per emergere, distinguersi negli studi, nel lavoro e dare lustro alla sua famiglia, al suo quartiere, alla sua città, alla sua terra. Biagio Izzo che tanto ha faticato per arrivare dov'è ora non deve liquidare con una battuta quel che ha detto. Si faccia vivo coi ragazzi: scoprirà (o riscoprirà) una Napoli cui voler appartenere, non da voler rinnegare.