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Napoli, rapina a Milik: “Mi aspettavano. Hanno parlato solo con le pistole”

Dalla denuncia emerge il racconto dell’attaccante polacco del Napoli, Arkadiusz Milik, sulla rapina subita la notte tra il 3 e il 4 ottobre davanti alla sua villa di Varcaturo, a Giugliano, nella provincia partenopea. Due banditi armati si sono avvicinati all’auto del calciatore e gli hanno portato via un Rolex da 27mila euro: “Parlavano solo con le pistole” ha detto Milik.
A cura di Valerio Papadia
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L'attaccante del Napoli Arkadiusz Milik
L'attaccante del Napoli Arkadiusz Milik

Emergono nuovi particolari sulla rapina subita dall'attaccante polacco del Napoli, Arkadiusz Milik, la notte tra il 3 e il 4 ottobre, dopo la partita di Champions League vinta dalla squadra azzurra contro il Liverpool vice-campione d'Europa. Due banditi si sono avvicinati all'auto sulla quale viaggiavano Milik e sua moglie, all'esterno della loro villa di Varcaturo, a Giugliano, nella provincia di Napoli, e hanno portato via al calciatore un Rolex da 27mila euro. Come riporta Il Mattino, è stato proprio l'attaccante polacco, in sede di denuncia, a raccontare maggiori dettagli riguardo la rapina. "Non so indicare né il modello né il numero di targa – ha detto il calciatore ai carabinieri – Entrambi erano travisati, avevano i caschi integrali calati sul volto" riferendosi ai due rapinatori che li hanno avvicinati a bordo di uno scooter.

La rapina è avvenuta poco dopo la mezzanotte. Secondo il calciatore polacco, i banditi, sapendo che avrebbe giocato il match di Champions, avevano pianificato tutto e lo aspettavano all'esterno della villa, che non ha telecamere di sorveglianza all'esterno dei cancelli. "Quello con la pistola – prosegue Milik nel suo racconto – ha battuto con il calcio della pistola sul finestrino chiuso e senza profferire una sola parola mi ha indicato di consegnare l’orologio. A quel punto ho consegnato l’orologio, che non era assicurato. Vista la rapidità dell’azione non sono in grado di riferire nulla circa i connotati fisici dei due aggressori". I malviventi, quindi, non avrebbero proferito parola, probabilmente per non rendere riconoscibile il proprio accento.

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