«Se il ladro mi guarda negli occhi e mi abbraccia, ha la mia parola che diventerà il mio braccio destro». Pino Bozza, proprietario di uno dei ristoranti più noti di Napoli, “Antonio La Trippa”, ha subito una rapina a mano armata la sera del 6 gennaio. Due ragazzi giovanissimi hanno percorso in sella a uno scooter via Pietravalle, ai Colli Aminei, dove si trova il locale inaugurato nel 2011 e dopo essere entrati, quando il ristorante era vuoto, hanno puntato la pistola contro Pino Bozza, fuggendo con un bottino di circa 40 mila euro: un Rolex Daytona, un laccio d’oro bianco che portava al collo e alcuni bracciali.
«I bracciali forse valevano più del resto, perché erano il regalo dei miei figli per i 40 anni» racconta Bozza, mentre sua sorella ci mostra le immagini dei due ladri che, una volta usciti dal locale, puntano una pistola in aria, per poi perdersi nelle strade di Napoli. Il giorno dopo il cellulare di Pino suona ininterrottamente; tutti, anche chi non è solito frequentare il ristorante partenopeo, vogliono esprimergli solidarietà. «Voglio ringraziare chi mi sta dimostrando affetto. Ma soprattutto voglio insegnare una cosa ai due ragazzi che mi hanno derubato».
Pino racconta della sua infanzia, della difficoltà di crescere in un quartiere difficile come Miano e di una città dove non è facile raggiungere il successo. «Non mi toglieranno la libertà di indossare un Rolex, di fare la mia bella vita. Il trionfo non è il tuo che hai rubato l’orologio» spiega Bozza. «Il trionfo è il mio che tra 90 giorni ritiro una Ferrari». Pino continua a spiegare quanto è stato difficile costruire la sua impresa onestamente. «Un domani sarai l’eroe di tuo figlio. E l’eroe non lo fai con la pistola». Mentre ci mostra il suo locale lancia un appello ai due ragazzi: «Siete stati portati a fare questo gesto da cattivi maestri. Se tornate vi do un bel lavoro. Solo per farvi capire la differenza. Così magari potrete insegnarlo ai vostri amici, ai vostri figli».