Napoli, soldi in cambio delle risposte ai test di Medicina: la procura indaga per corruzione
La procura di Napoli ha aperto un'inchiesta sui test d'ingresso alla Facoltà di Medicina che si sono tenuti lo scorso 5 settembre nel capoluogo campano. L'ipotesi di reato è corruzione: secondo gli inquirenti qualcuno avrebbe venduto ad alcuni degli aspiranti medici le risposte ai quiz, dietro il pagamento di una somma di denaro.
Le prime perquisizioni sugli indagati hanno dato esito negativo
Tanti, al momento, gli interrogativi sulla vicenda. Secondo quanto riporta l'Ansa le indagini sarebbero partite da un'intercettazione telefonica. Al momento risulterebbero indagate quattro persone: si tratta di un'impiegata dell'Università Federico II, di suo marito, ex dipendente della stessa università, e dei figli di due esponenti delle forze dell'ordine, cui sarebbero state vendute le risposte. La dipendente della Federico II è un'assistente bibliotecaria che lo scorso 5 settembre era tra coloro che vigilavano sul corretto svolgimento della prova. Al momento, è bene sottolinearlo, le perquisizioni sugli indagati avrebbero dato esito negativo: si aspettano gli approfondimenti sulle memorie dei loro pc e dispositivi elettronici.
Un candidato trovato in possesso di un algoritmo sospetto
Dopo aver avuto i sentori di una possibile compravendita delle risposte ai test, il pubblico ministero Ida Frongillo ha fatto scattare perquisizioni a tappeto tra coloro che lo scorso 5 settembre hanno svolto i test. Tra gli aspiranti medici gli inquirenti avrebbero trovato una persona in possesso di un algoritmo sospetto, che potrebbe essere quello con le risposte corrette a tutti i quiz. Anche in questo caso, però, saranno necessari ulteriori accertamenti.
Test per Medicina: in Campania ottomila candidati per mille posti
Ai test d'ingresso per Medicina alla Federico II hanno partecipato oltre quattromila candidati. Una selezione durissima: in tutta la Campania gli aspiranti medici sono stati più di ottomila, per poco più di mille posti a disposizione. E chissà che qualcuno non abbia quindi cercato una via preferenziale per superare l'ostacolo del "numero chiuso".