Notte di terrore al Pellegrini: agguato nel cortile dell’ospedale, feriti due minorenni
Gli hanno sparato alle gambe per strada, poi sono arrivati nell'ospedale dove lo stavano ricoverando e hanno aperto il fuoco di nuovo, verso il cortile interno, col rischio di fare una strage. La vittima è un ragazzo di 22 anni, trovato sanguinante da alcuni coetanei nella notte in via Sergente Maggiore, strada dei Quartieri Spagnoli a ridosso di via Toledo, nel centro storico di Napoli. Erano circa le 2.30 di oggi, venerdì 17 maggio. Il giovane, V. R., dell'Arenella, è stato trasportato al Pronto Soccorso dell'ospedale dei Pellegrini ma, mentre gli infermieri e le guardie giurate lo stavano trasportando verso i reparti, ecco il secondo agguato: un uomo è arrivato in sella allo scooter e, dalla strada, ha sparato verso il cortile. Almeno quattro colpi, due dei quali hanno colpito due minorenni, feriti di striscio agli arti, che sono fuggiti quando i medici gli hanno chiesto di chiamare i genitori. Il killer è scappato, dandosi alla fuga prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Il ragazzo ferito è sveglio e cosciente. La pallottola gli ha attraversato entrambe le gambe, causandogli delle fratture in più punti; non è escluso che nelle prossime ore debba essere operato. I proiettili vaganti hanno colpito di striscio altri due ragazzi, entrambi minorenni, che però hanno rifiutato il ricovero quando gli è stato detto di chiamare i genitori e sono scappati.
Spari davanti all'ospedale Pellegrini
Pare che il suo obiettivo fosse il pregiudicato che era da poco stato ricoverato all'interno del nosocomio. Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia Napoli Centro. I militari sono intervenuti sul posto a seguito della chiamata d'emergenza e stanno raccogliendo le informazioni utili da parte dei testimoni che hanno assistito alla scena. In particolare, potrebbe rivelarsi fondamentale il racconto del 22enne gambizzato, che dovrà spiegare ai militari cosa è successo questa notte prima e durante l'accaduto. Dovranno lavorare per ricostruire la dinamica dell'episodio, capire le cause del ferimento del ragazzo e cercare di risalire al responsabile del gesto.
Nessuno tocchi Ippocrate: "Vogliamo il camice antiproiettile"
"Vogliamo il camice antiproiettile!" così l'associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate' dopo la sparatoria di questa notte nel piazzale davanti all'ospedale Pellegrini di Napoli. Secondo quanto riporta l'associazione: "L'aggressore è entrato nel piazzale sparando sette colpi di pistola contro i presenti e la guardia giurata in servizio" si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook. "Tale notizia dipinge le condizioni di estrema pericolosità nelle quali lavora il personale sanitario ed il personale di vigilanza. Una volta si diceva: ‘Non sparate sulla croce rossa'. Ma pare che certi individui non hanno rispetto nemmeno di chi li cura!" ha concluso l'associazione.
L'Ordine dei Medici: "Serve forte risposta dello Stato"
Il presidente dell'Ordine dei Medici, Silvestro Scotti, nell'esprimere solidarietà agli operatori coinvolti nella sparatoria, ha invocato una risposta determinata da parte dello Stato.
"L'episodio vissuto al Pellegrini – dice – deve essere stigmatizzato con decisione e deve vedere una forte risposta da parte delle più alte cariche dello Stato, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra aggressioni e intimidazioni, si lavora ormai in condizioni proibitive".
Il commissario dell'Asl: "Non posso pensare di dover usare i camici antiproiettile"
Il commissario dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, stamattina si è recato al Vecchio Pellegrini dopo aver appreso della sparatoria. "Questo è il presidio ospedaliero del centro storico – ha detto – ma stanotte si è trasformato nel Far West. I nostri medici lavorano in teatri di guerra, non posso pensare di doverli dotare di un camice antiproiettile".
Il presidente della Regione: "Ancora un episodio gravissimo in un ospedale"
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, parla di "episodio gravissimo che va condannato con fermezza", aggiungendo che "ancora una volta sono state messe vite in pericolo, quelle dei cittadini, ma anche dei medici e del personale sanitario". Per De Luca
"questo rende evidente che cosa significa il lavoro di risanamento della sanità campana e cosa vuol dire la riorganizzazione che stiamo realizzando anche nei confronti di banalizzazioni e aggressioni con toni offensivi subite nei mesi scorsi da migliaia di medici e sanitari impegnati ogni giorno, e che ogni giorno dimostrano sul campo il loro coraggio e la loro professionalità".