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Covid 19

Napoli, torna l’incubo trasporti: oggi bus e taxi fermi

I tassisti proclamano l’assemblea spontanea permanente: “Abbandonati da Governo e Regione, per noi nessun sostegno, nonostante i sacrifici fatti durante il lockdown”. Il delegato del Comune Ciro Langella: “Governo e Regione intervengano con un contributo economico, la categoria rischia il collasso”. L’agitazione taxi si aggiunge allo stop dei bus: oggi a Napoli ferme 15 linee.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Taxi e bus fermi oggi a Napoli, la città è paralizzata. Molte persone non sanno come spostarsi a causa del blocco dei trasporti pubblici. Al blocco di 15 linee di pullman Anm da stamattina a causa delle proteste degli autisti per le mancate pulizie, si aggiunge anche l'assemblea spontanea dei tassisti che a partire da oggi hanno incrociato le braccia, a tempo indeterminato, in segno di protesta per il mancato sostegno delle istituzioni, Governo e Regione in primis, alla categoria, esclusa dai contributi economici previsti invece per altre categorie, nonostante i tanti sacrifici fatti durante il lockdown. Durante i giorni del blocco, a marzo e aprile, infatti, i tassisti di Napoli sono rimasti in strada, garantendo il servizio di trasporto pubblico non di linea, nonostante le limitazioni e sfidando il rischio del contagio. Soprattutto chi voleva arrivare in centro dalla zona orientale, che non è servita dalla Linea 1 della metropolitana, ha avuto grosse difficoltà. Con l'inizio della Fase 2 tornano i cronici problemi della mobilità a Napoli.

Il responsabile taxi del Comune Langella: “Serve un contributo economico”

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“La categoria taxi è allo stremo. Le istituzioni, Governo e Regione in primis, intervengano per scongiurare il collasso, dopo i tanti sacrifici fatti dai tassisti durante l'emergenza. Occorrono subito contributi economici per la categoria”. Lo dichiara in una nota Ciro Langella, consigliere comunale di Napoli (Gruppo Misto) e delegato ai trasporti non di linea del Comune. “Dopo circa due mesi di blocco totale legato al lockdown per il Covid 19 – spiega Langella – la categoria taxi ha deciso di fermarsi. Dall'inizio dello stato di emergenza sanitaria, la categoria taxi come tutti gli altri trasporti pubblici, è stata inserita tra i servizi essenziali. I tassisti hanno continuato ad offrire regolarmente il servizio di trasporto pubblico, nonostante la paura di ammalarsi e le lunghe attese senza clienti e senza incassare nulla".

"Inascoltati gli appelli al Governo"

"Abbiamo comunicato prontamente questa emergenza per la categoria alle istituzioni responsabili e agli enti preposti, segnalando la problematica anche al Governo, con una lettera da me inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 24 marzo 2020. Purtroppo, il nostro grido di allarme è rimasto inascoltato. E oggi la categoria ha proclamato l'assemblea spontanea”. “Per il mio ruolo istituzionale – conclude – non posso esprimermi su questa iniziativa, tuttavia, da privato cittadino che ha trascorso tutta la vita tra i tassisti, la appoggio pienamente. I taxi hanno finito la benzina. Invito ancora una volta tutti gli enti preposti, Governo e Regione a dare delle certezze affinché si arrivi all'erogazione di un contributo economico a questa categoria che mai come in questo periodo con il suo lavoro può dare un grande contributo al trasporto pubblico locale”.

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