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Napoli, una bomba dopo i colpi di pistola: nuova intimidazione al boss del contrabbando

Una bomba carta è esplosa nell’androne di un palazzo di via della Bussola, nel cosiddetto Bronx di San Pietro a Patierno, nell’area nord di Napoli. L’edificio è quello verso cui erano stati esplosi sei colpi di pistola la notte precedente. Le due intimidazioni sarebbero rivolte alla stessa persona: un pregiudicato ai domiciliari, ritenuto ai vertici di una organizzazione transnazionale di contrabbandieri di sigarette.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Prima i colpi di pistola, poi la bomba. E se nel primo caso non ci sono stati danni, se non qualche foro di proiettile in una tapparella, stavolta a farne le spese è stato un inquilino che in questa storia non c'entra nulla: si è svegliato nel cuore della notte con le finestre mandate in frantumi da una esplosione. L'attentato dinamitardo, anche questo a quanto pare a scopo intimidatorio, sarebbe il secondo avvertimento diretto alla stessa persona, un pregiudicato che è agli arresti domiciliari per contrabbando di sigarette.

L'ordigno artigianale è scoppiato intorno alle 2 della notte del 21 novembre, l'hanno posizionato nell'androne di una palazzina di via della Bussola, nel Bronx di San Pietro a Patierno. La deflagrazione ha spaccato i vetri dell'abitazione al primo piano, fortunatamente non risultano feriti. Sul posto, per i rilievi, sono arrivati i carabinieri. Gli spari c'erano stati la notte precedente, quella del 20 novembre, poco prima dell'una: sei colpi di pistola esplosi verso l'appartamento, alcuni dei quali si erano conficcati nella finestra della cucina. E c'è un terzo episodio su cui sono in corso accertamenti e è quasi sicuramente collegato: la bomba esplosa non è l'unica piazzata nell'androne, prima ce n'era stata un'altra, che però non era scoppiata ed è stata ritrovata integra.

Con i tre episodi crolla definitivamente la pista della "stesa", che pure era stata tenuta in considerazione nella fase iniziale delle indagini, subito dopo la sparatoria. I militari stanno indagando sulla vita privata dell'uomo, alla ricerca di un movente unico dietro gli atti intimidatori, che potrebbero essere la ritorsione per un debito non onorato.

Presumibilmente potrebbe esserci un legame con il contrabbando di sigarette: l'uomo, arrestato a giugno, è accusato di fare parte di una grossa organizzazione criminale che importava illegalmente tabacchi dall'Est Europa, e sarebbe stato uno dei "padroni", cioè quelli che si occupavano di far arrivare i carichi in Italia per poi distribuirlo ai grossisti.

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