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Napoli, “Via i nomi fascisti”: Piazzale Tecchio e Via Vittorio Emanuele cambiano nome

Piazzale Tecchio diventa Piazza Ascarelli, mentre Via Vittorio Emanuele III diventa via Salvatore Morelli. Lo ha annunciato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, con un post su Facebook in occasione della giornata della memoria, in cui si è ricordata Luciana Pacifici, giovane vittima delle leggi razziali alla quale da qualche anno è stata intitolata la vecchia via Gaetano Azzariti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Addio a Piazzale Vincenzo Tecchio a Fuorigrotta ed a via Vittorio Emanuele III : si chiameranno rispettivamente Piazza Giorgio Ascarelli e Via Salvatore Morelli. Lo ha annunciato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, con un post su Facebook in occasione della giornata della memoria, in cui si è ricordata Luciana Pacifici, giovane vittima delle leggi razziali alla quale da qualche anno è stata intitolata la vecchia via Gaetano Azzariti.

"Piazzale Vincenzo Tecchio, l'ex segretario provinciale del partito nazionale fascista, si chiamerà Piazza Ascarelli. Il mio annuncio", scrive Luigi De Magistris su Facebook, "nel giorno in cui ricordiamo Luciana Pacifici una delle più piccole vittime della ferocia nazista, morta ad Auschwitz. Anche via Vittorio Emanuele III", prosegue il sindaco di Napoli, che promulgò le leggi razziali, cambierà nome in Via Salvatore Morelli. Per non dimenticare, mai!"

E così Piazzale Vincenzo Tecchio, frequentatissimo perché si trova nei pressi sia di una delle sedi della Federico II sia nei pressi dello Stadio San Paolo, e via Vittorio Emanuele III, che invece si trova a Secondigliano (e da non confondere, invece, con il Corso Vittorio Emanuele II, dedicato invece al primo Re d'Italia) lasceranno spazio rispettivamente allo storico imprenditore di origine ebraica Giorgio Ascarelli, che fu anche fondatore del Calcio Napoli, ed al politico socialista di origine pugliese, che fu patriota d'Italia oltre che giornalista e scrittore.

Giorgio Ascarelli, oltre ad essere fondatore e primo presidente del Calcio Napoli, costruì anche il primo e storico Stadio Vesuvio (poi rinominato dopo la sua morte, per un attacco di peritonite fulminante, nel 1930 in suo nome). Durante il periodo fascista, lo Stadio venne chiamato "Partenopeo", proprio per "cancellare" anche il nome dell'imprenditore in virtù delle sue origine ebraiche. Distrutto poi dai bombardamenti degli americani nel 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale (oggi ne sopravvive solo il nome, nel Rione Ascarelli nato sulle sue macerie). Salvatore Morelli, invece, fu giornalista e scrittore nato in Puglia ma "trapiantato" a Napoli. Fu anche deputato del Partito Socialista, e gran garante dei diritti delle donne (predicava, in pieno Ottocento, il loro diritto a votare, testimoniare, e via dicendo), era stato tra le "ultime" vittime del regime borbonico, che lo arrestò e torturò per le sue idee "mazziniane". Morì nel 1880 in stato di povertà in una locanda di Pozzuoli: all'epoca, infatti, non esisteva ancora l'indennità parlamentare.

Questi i "profili" di chi prenderà il posto di Vincenzo Tecchio e Vittorio Emanuele III: il primo, fu deputato del Partito Fascista fino alla caduta del regime, oltre che segretario provinciale del partito. Il secondo, invece, fu il Re d'Italia che firmò le leggi razziali promulgate dal fascismo, oltre che essere ritenuto responsabile da diversi storici di aver quantomeno "fatto nulla" per evitare la salita al potere di Benito Mussolini, sebbene questo sia ancora soggetto di dibattito tra gli storici.

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