Napoli, vigilante morto dopo una lite, arriva la sentenza: 2 anni di carcere all’aggressore

Un tribunale ha sentenziato che la morte di Gennaro Schiano il vigilante morto dopo una lite avvenuta l'8 maggio 2018, mentre stava tornando a casa dopo il servizio su un treno della Circumflegrea, a Napoli rientra nella fattispecie dell'aggressione dolosa. Dunque, al ragazzo che lo aggredì con una ginocchiata al capo causandone il ricovero che poi determinò la morte, è stato condannato a 2 anni di carcere. Schiano, 64 anni, fu dimesso dall'ospedale con una prognosi di pochi giorni, ma successivamente ebbe gravi complicazioni che, secondo la famiglia, ne causarono la morte, sopraggiunta dopo quattro mesi.
Questa la dinamica accertata durante il processo: il giovane di 19 anni, pare dopo aver ricevuto un no alla richiesta di consegnargli tutti i soldi che aveva, aveva aggredito con una ginocchiata al capo il vigilante, rovinosamente caduto a terra battendo la testa. L'uomo, portato all'ospedale San Paolo, era stato dimesso dopo cure superficiali. Ma si era sentito male ed era stato portato d'urgenza all'ospedale Cardarelli, dove aveva subito una delicata operazione al cervello. Il giovane, racconta l'avvocato della famiglia Schiano Celestino Gentile, era stato prima imputato per lesioni dolose poi, dopo la morte dell'uomo, gli era stato contestato l'omicidio preterintenzionale. Una successiva perizia disposta dal Pubblico Ministero aveva però sottolineato come il calcio non avrebbe causato la morte di Gennaro Schiano. Motivo per cui al giovane, imputato per lesioni dolose, sono stati comminati 2 anni di detenzione.