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Nasconde quattro molotov nel bagno di casa, a Napoli: arrestato nipote del boss Misso

Emiliano Zapata Misso, esponente di una storica famiglia malavitosa del centro di Napoli e ai domiciliari per associazione mafiosa, è stato arrestato dalla polizia. Nel bagno della sua abitazione, vicino a via Foria, nascondeva quattro bottiglie molotov.
A cura di Francesco Loiacono
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Nascondeva nel bagno di casa sua, vicino a via Foria, a Napoli, quattro bottiglie molotov e la replica di una pistola senza tappo rosso e caricata a salve. Per questo Emiliano Zapata Misso, esponente di una storica famiglia malavitosa del centro di Napoli, è stato arrestato dai poliziotti dell'Ufficio prevenzione generale, con l'aiuto dei colleghi del commissariato Vicaria-Mercato.

Il 36enne, ai domiciliari per associazione mafiosa, tradito da alcuni movimenti sospetti

Da tempo i movimenti del 36enne, un ex collaboratore di giustizia già noto alle forze dell'ordine e che si trovava agli arresti domiciliari per associazione di tipo mafioso, venivano tenuti d'occhio dalla polizia. Alcuni spostamenti sospetti durante le ore di permesso concesse dal tribunale di sorveglianza al 36enne hanno portato i poliziotti a eseguire una perquisizione nella sua abitazione. Nel bagno sono state trovate le quattro bottiglie incendiarie, con l'estremità avvolta da un pezzo di stoffa. In casa c'era anche una bottiglia di plastica con ulteriori due litri di liquido infiammabile, e la replica di una pistola senza tappo rosso e con un colpo a salve in canna, nascosta nella borsa della moglie. Il materiale trovato, secondo gli investigatori, sarebbe potuto servire per un'intimidazione o un attentato incendiario.

Misso aveva alle spalle una condanna a 8 anni e 4 mesi per omicidio

Emiliano Zapata Misso, figlio di Umberto e nipote di Giuseppe, conosciuto come "O' nasone", aveva già alle spalle una condanna della Corte d'Assise d'Appello a 8 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario aggravato. Il ritorvamento delle molotov ha fatto scattare per lui le manette con l'accusa di aver violato le norme legislative sul controllo delle armi: il 36enne è stato trasferito nel carcere di Poggioreale.

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