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Nemmeno in mare si sta tranquilli: a Sorrento ‘pirati’ armati rapinano gommone da 90mila euro

Intorno alle 22 dell’8 giugno tre rapinatori armati si sono fatti consegnare un tender da 90mila euro dall’equipaggio di un milionario spagnolo che era in vacanza a Sorrento. I criminali sono scappati verso Castellammare di Stabia. È una modalità finora mai registrata, negli scorsi anni c’erano stati numerosi furti ma non c’era stato nessun assalto armato.
A cura di Nico Falco
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Come i pirati, ma nel golfo di Napoli. Un arrembaggio in piena regola, volto coperto e pistola alla mano, per portare via un gommone usato per lo sbarco dell'equipaggio. Il bottino dell'insolita rapina, un caso che non ha precedenti almeno negli ultimi dieci anni nella penisola sorrentina, è una imbarcazione di lusso che apparteneva a un milionario spagnolo in vacanza a Sorrento. L'uomo era appena sceso dal suo yacht, ancorato al largo, e si era fatto accompagnare sulla terraferma per la cena.

Erano circa le 22. L'equipaggio era tornato all'imbarcazione col tender, dal valore di 90mila euro, lo aveva legato quando si è trovato addosso i rapinatori. Almeno in tre, armati, e con la faccia coperta. Sono arrivati su un gommone e hanno puntato l'arma sull'equipaggio, costringendolo a consegnare il tender. Subito dopo sono scappati in mare aperto, verso Castellammare di Stabia. Le indagini sono affidate alla Polizia e alla Capitaneria di Porto di Sorrento, che stanno cercando di ricostruire il percorso del gommone di lusso e arrivare all'identità dei rapinatori.

Negli scorsi anni era stato registrato un allarme nei porti e nelle acque al largo delle isole napoletane che riguardava imbarcazioni in vetroresina e gommoni, finiti nel mirino dei criminali; si trattava però di furti, commessi nella notte, mentre  per le modalità della rapina non ci sono precedenti recenti. Le imbarcazioni vengono quasi sempre rubate, o in questo caso rapinate, su commissione: i criminali sanno già a chi consegnarle per farle sparire. Potrebbero essere caricate su mercantili al largo, e da lì spostate in altre acque, ma anche rimanere nella stessa zona, magari dopo qualche intervento in officine compiacenti per non renderle riconoscibili.

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