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Niko Pandetta di Realiti minacciò un politico campano con un pistola finta di ceramica

La Rai ha aperto una indagine interna sulla prima puntata di Realiti, con ospiti i neomelodici Leonardo Zappalà e Niko Pandetta; quest’ultimo, nipote di un boss della stidda all’ergastolo al 41bis, dopo la puntata aveva minacciato il consigliere regionale Borrelli che si era scagliato contro di lui in trasmissione mostrando in un video su Facebook una pistola di ceramica.
A cura di Nico Falco
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Niko Pandetta continua a far parlare di sè. Il cantante neomelodico, nipote di Turi Cappello, boss della stidda condannato al 41bis con fine pena mai,  era stato ospite della prima puntata di Realiti, il format di Enrico Lucci andato in onda su Rai2 il 5 giugno, insieme a un altro neomelodico, il 19enne Leonardo Zappalà, detto "Scarface", anche lui siciliano. Dopo quella puntata Niko Pandetta aveva risposto a distanza con un video in toni minacciosi al consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli, che durante la trasmissione si era scagliato contro i neomelodici che inneggiano alla camorra.

In una diretta pubblicata sul suo profilo Facebook aveva chiamato a raccolta i suoi fan chiedendo di far arrivare il video a Borrelli.

"Io sono orgoglioso della mia famiglia – dice Pandetta nella diretta – perché la mia famiglia, a parte i suoi sbagli, mi ha sempre imparato a sapere vivere. E mio zio, che poi è innocente, attenzione, ci ha sempre tenuto al di fuori di tutti. Io sono onorato di mio zio perchè si è fatto 28 anni al 41bis da innocente. Condividiamo questa diretta e la facciamo arrivare a quel pezzo di merda di Borrelli, complimenti a Enrico Lucci che è una brava persona".

Il video si apre con il cantante che mostra una pistola, battendola sullo schermo del telefonino che sta riprendendo. "Siccome sono mafioso, la voglio presentare a quel Borrelli. Io le pistole ce le ho di oro, Borrelli". In realtà non si tratta di un'arma vera, ma di una riproduzione in ceramica con inserti dorati come quelle ritrovate in casa di alcuni camorristi e che vengono commercializzate anche da una ditta che si trova in provincia di Reggio Calabria.

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Detto "Tritolo" e con vari anni di galera alle spalle, Pandetta ha ammesso che alcuni dei testi delle sue canzoni sono scritte dallo zio Salvatore Cappello, detto Turi, e di aver finanziato il primo cd con una rapina. Il parente al 41 bis ritorna anche nella canzone "Dedicata a te", in cui il cantante recita "Zio Turi ti ringrazio per quello che hai fatto per me, sei stato la scuola di questa vita e per colpa di questi pentiti stai chiuso lì dentro al 41 bis".

Nel corso della trasmissione, dopo un filmato su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Zappalà aveva commentato: "Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita conoscono le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro"; il conduttore lo aveva invitato a "studiare la storia dei grandi uomini siciliani", per diventare un giorno una persona migliore.

Ma questa faccenda non sembra destinata a chiudersi dopo i titoli di coda. La Rai ha infatti avviato una indagine interna sulla prima puntata del format e ha definito "indegne le parole su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino pronunciate da due ospiti della puntata di Realiti, andata in onda su Rai2 in diretta".

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