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Nocera Inferiore, bomba carta distrugge il ‘Teca bar’, negozio con distributori automatici

Una bomba carta ha devastato un negozio di Nocera Inferiore (Salerno) in cui sono presenti solo distributori automatici. L’esplosione nella notte del 21 gennaio. Le indagini sono affidate ai carabinieri, tra le piste seguite ci sono quella della ritorsione verso il titolare e quella dell’intimidazione per imporre il racket.
A cura di Nico Falco
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Il boato si è sentito a parecchi metri, ha tirato giù i residenti nel cuore della notte. Una esplosione, nessun dubbio. E, hanno confermato poi le forze dell'ordine, una intimidazione: una bomba carta è stata fatta esplodere davanti a una rivendita di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. L'attività, che si trova in via Matteotti, si chiama "Teca bar" ed ospita esclusivamente distributori automatici: è uno di quei negozi dove si possono acquistare bibite e snack direttamente dai distributori, spesso frequentati da giovanissimi per i prezzi più bassi e che di recente si stanno diffondendo anche in Italia.

La grossa bomba carta ha danneggiato pesantemente l'interno dei locali e i distributori automatici. L'esplosione c'è stata poco prima delle 2 di oggi, 21 gennaio. Sono intervenuti i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, guidati dal tenente colonnello Rosario Di Gangi, che stanno cercando di ricostruire la dinamica. Al vaglio degli investigatori le ipotesi che delle telecamere di sorveglianza, sia quelle dell'esercizio commerciale distrutto sia quelle di altri impianti delle vicinanze, possano fornire elementi preziosi per le indagini. Il negozio è stato sottoposto a sequestro. Resta in piedi l'ipotesi della ritorsione per motivi personali, ma viste le modalità non si può escludere una intimidazione del racket.

Due giorni fa, alle 4.30 del 19 gennaio, un ordigno simile era esploso davanti alla veranda di un bar di San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia orientale di Napoli. Anche in quel caso si ipotizza un messaggio di matrice estorsiva, anche se resta in piedi la pista di una intimidazione: il titolare, incensurato e non inserito in dinamiche criminali, è imparentato con alcuni pregiudicati legati al clan di camorra Minichini.

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