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Norina Matuozzo è una vittima di femminicidio, perché per lei non ci indignamo?

Semidiserta la fiaccolata per ricordare Norina Matuozzo. Poche persone, assenti o quasi le istituzioni in un clamoroso vuoto giustificato solo dal fatto che sui giornali, il nome di Norina vittima di femminicidio, è stato eclissato da quello di Marco Di Lauro, catturato grazie al marito omicida. Norina è una vittima innocente come le altre, perché abbiamo paura di ricordarla?
A cura di Angela Marino
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Poche decine di persone, una manciata, hanno sfilato ieri a Melito alla manifestazione indetta per ricordare Norina Matuozzo, sposa e mamma uccisa nel fiore dei suoi 33 anni perché aveva avuto l’ardire di lasciare il marito che la tradiva, la umiliava, la maltrattava. Poche persone, amici e parenti, quasi nessuna rappresentanza istituzionale a parte i due consiglieri, Valentina Rella e Antonio Ciampa. Nessuno che portasse un abito talare. Melito, complice la pioggia, era sguarnita perfino sotto la palazzina dove sono accaduti i fatti. “Non eravamo tanti, dice la cugina della vittima, ma eravamo quelli che l’amavano davvero”. Sì, a quanto pare la comunità non amava Norina o, forse, semplicemente ama di più se stessa e la propria tranquillità, perché il femminicidio di Melito, che si è consumato, come da manuale, quando lei ha messo fine al matrimonio, porta un marchio che fa paura. Un sigillo di silenzio e omertà che si chiama ‘camorra’.

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La morte di Norina ha detto il là alla cattura di Marco Di Lauro, figlio del boss Paolo, superlatitante da più anni di quelli che ci sono voluti per sbilanciare le alleanze di potere a Napoli. Il figlio del boss è stato rintracciato tramite informazioni emerse grazie a Salvatore Tamburino, l’uomo che premuto il grilletto contro la mamma dei suoi figli e poi ha consentito, direttamente o indirettamente, di assicurare alla giustizia il famigerato F4, il quarto figlio del mamma santissima Di Lauro. E così i giornali hanno speso titoloni altisonanti per il colpo messo a segno dagli inquirenti con l’intervento di Tamburino, ex fedelissimo dei Di Lauro e solo in calce, hanno citato il femminicidio di Norina.

E così la morte di Norina, che nulla c’entra con le attività del marito, è passato sotto traccia. Dimenticato, più o meno consapevolmente per un meccanismo d'indignazione selettiva, che ci fa arrabbiare e mobilitare per alcune vittime innocenti e per altre, no. Per il delitto di cui è stata vittima appena un labile sussulto per poi dimenticare tutto in fretta. Perché se una vittima non è candida, non esiste, e Norina portava la macchia di aver amato un uomo violento, un uomo che aveva servito di Di Lauro. Poco importa se fosse una madre amorevole, una persona buona, una figlia affettuosa, poco importa se aveva impiegato gli anni migliori della sua vita a raccogliere le forze per lasciare quell'uomo. Il tribunale popolare conosce solo il bianco e il nero, non ammette zone grigie, ambiguità, debolezze. Qualche volta, non ammette umanità.

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