Omicidio Chiaia, forse c’è un testimone: “Il killer è un uomo con il casco”
Il mistero sulla morte di Vincenzo Materazzo, l'ingegnere 51enne che nella notte di lunedì è stato ucciso a coltellate nell'androne del suo palazzo di viale Maria Cristina di Savoia, continua ad infittirsi. Come riporta il quotidiano Il Mattino, infatti, ci sarebbe un super testimone, una persona residente nell'edificio in cui abitava l'ingegnere, che avrebbe assistito alla fase finale della colluttazione e quindi all'omicidio. Il testimone oculare avrebbe visto un uomo con il casco semi-integrale ed abiti neri accovacciarsi sul corpo di Materazzo, già colpito da pugni e fendenti, per sferrargli il colpo di grazia, quello che gli ha reciso la carotide.
Le rivelazioni del testimone, quindi, potrebbero sconfessare l'ipotesi che ad uccidere l'ingegnere sia stata una persona che conosceva. Le ricostruzioni immediatamente successive al delitto avevano fatto reso noto che l'assassino avesse citofonato a casa della vittima, e che quindi ci fosse un appuntamento. La tesi era stata suffragata proprio ieri, quando gli inquirenti avevano sequestrato il pc e lo smartphone dell'ingegnere rinvenendo 2 sms – e una telefonata – che gli davano appuntamento all'esterno del palazzo proprio la sera in cui si è consumato l'omicidio.
Materazzo ossessionato dalla morte del padre: "Ho paura che mi uccidano"
L'indagine sull'omicidio dell'ingegnere sembra indissolubilmente legata a quella per un altro possibile omicidio, quello del padre di Materazzo. L'ingegnere era convinto che il padre fosse stato ucciso e quindi aveva presentato una denuncia in Procura, a proposito di un certificato medico legato alla morte del genitore. La Procura aveva così deciso di riaprire le indagini, non per omicidio ma per falso, decisione che aveva comunque ridato speranze a Materazzo. L'ingegnere però, da tempo, agli amici più intimi, si diceva preoccupato per la sua incolumità. "Ho alzato un polverone, prima o poi mi ammazzano, mi faranno fuori. Mio padre è stato ucciso, voglio giustizia per mio padre e non avrò pace fino a quando non vedrò il colpevole sotto processo" ripeteva continuamente.