Caso Fortuna, conferme dalla nuova testimone: “È stato Caputo”
È la ragazzina cui la figlia di Marianna Fabozzi rivelò i segreti riguardanti la morte di Chicca e il coinvolgimento di Titò, Raimondo Caputo, il suo patrigno. La 13enne è la nuova – e ultima – testimone nell'incidente probatorio del caso Fortuna Loffredo. L'udienza a porte chiusa si è svolta al Tribunale di Napoli nord ad Aversa (Caserta) e ha confermato le accuse nei confronti del 44enne Raimondo Caputo, unico indagato per l'omicidio della bimba di 6 anni avvenuto due anni fa nel rione Parco Verde di Caivano.
Il caso Fortuna: Titò incriminato grazie alle piccole testimoni
Presenti, oltre al gip e al pm Claudia Maone, i genitori e i nonni della piccola Fortuna. In aula anche Marianna Fabozzi, la compagna, madre delle bimbe la cui testimonianza è stata determinante per l'incriminazione di Caputo per omicidio e abusi sessuali su Fortuna. Anche le piccole, tre bimbe di 11, 6 e 3 anni sono state vittime di violenza sessuale da parte del 44enne. Secondo il legale dell'accusato, l'avvocato Paolino Bonavita, la testimonianze non sarebbero attendibili. "Ci sono troppi aspetti ancora da chiarire sull'omicidio di Fortuna dopo l'esame di oggi. Ho forti dubbi sulla credibilita' di tutte le bimbe sentite dai magistrati". "La testimone di oggi – continua – ha riferito di cose apprese da altre persone, in particolare dalla prima figlia della compagna di Caputo, senza dare alcun dettaglio. Sono usciti anche altri nomi su cui bisognerà necessariamente approfondire"
Le accuse alla compagna: "Uccise Chicca e suo figlio"
Caputo, invece, ha confermato le accuse lanciate alcune settimane contro la ex convivente e la prima delle figlie di lei. Secondo Titò sarebbero state loro a uccidere Fortuna. La nuova teste, invece, l'amichetta 13enne cui la figliastra dei due raccontò del delitto e delle responsabilità dell'uomo, ha confermato il racconto che la bambina le aveva fatto sul ruolo avuto dall'uomo nella morte di Chicca. Caputo è stato sentito in cella, nel carcere di Poggioreale, sulla morte del piccolo Antonio Giglio, 3 anni, precipitato dallo stesso stabile da cui è stata scaraventata Fortuna, un anno primo, il 27 aprile 2013.
La morte di Antonio Giglio
Il 44enne ha affermato di non trovarsi nelle palazzine il giorno in cui è avvenuta la morte del piccolo Antonio, figlio della allora compagna Marianna Fabozzi, unica indagata nel caso aperto per omicidio colposo. "Antonio Giglio fu gettato giù dalla madre, me lo disse mia sorella che era presente" ha detto accusando apertamente la compagna durante il colloquio durato oltre un'ora con i pm nel carcere di Poggioreale. La sorella di Caputo aveva raccontato agli inquirenti di essere in casa di Antonio Giglio quando avvenne la tragedia. "Auspico a questo punto che la Procura di Napoli chiami a testimoniare la sorella di Caputo – afferma l'avvocato Paolino Bonavita- perché il caso di Antonio Giglio mi sembra del tutto riaperto". Sia Caputo che Fabozzi hanno tentato il suicidio il carcere alcune settimane fa.